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Punta 30 volte dalle vespe, lo zoologo: cosa ha innescato l’attacco e perché poteva finire peggio

di Elisabetta Giorgi

	Dove è successo e lo zoologo
Dove è successo e lo zoologo

Lo zoologo Andrea Sforzi spiega cosa può essere successo alla 20enne di Grosseto martoriata da una sciame di vespe

06 settembre 2024
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GROSSETO. Cosa abbia innescato la furia dello sciame di vespe in zona Pizzetti contro la studentessa 20enne è difficile da dire; abbiamo chiesto un parere allo zoologo e direttore del Museo di storia naturale di Grosseto Andrea Sforzi.

«Non conosco i dettagli della vicenda ma – spiega – non va fatto passare il concetto, sempre sbagliato, che le vespe attacchino senza motivo. Insetti di questo tipo non vanno mai ad attaccare le persone “dal niente”, a meno che non si sentano minacciati e ciò succede di solito quando ci troviamo in prossimità di un nido. Ci dev’essere qualche atto o “attivo” (calpestiamo, scaviamo, urtiamo il nido), oppure “passivo”: stiamo semplicemente fermi vicino al nido, e le vespe anche in quel caso scattano per difendersi. Essendo organizzate in colonie, ne escono anche molte insieme».

È probabile che anche in questa storia, «inavvertitamente, questa ragazza abbia messo piede su un nido a terra; né possiamo escludere che sia stato il suo cane a farlo, scavando a terra o spostando un legno».

Altro aspetto. «Di imenotteri ce ne sono migliaia di specie – prosegue Sforzi – Va capito a quale specie appartenga quella che ha attaccato questa ragazza: ogni specie ha un suo comportamento specifico».

Un’ipotesi è che si tratti di vespe “di terra” che, come suggerisce il nome, costruisce i suoi nidi sottoterra; nido che potrebbe appunto essere stato calpestato o semplicemente sfiorato, disturbato.

Un dettaglio quest’ultimo che sarebbe stato confermato dai medici del pronto soccorso alla ragazza, in ospedale, mentre facevano gli accertamenti. «Per Sforzi, in questo caso è andata male perché la ragazza si è procurata 30 punture di vespe, che sono tante e dolorose (e per quanto ne so, è la prima volta che ne sento parlare in Maremma) ma poteva andare anche peggio».

Il rischio in casi del genere è quello di uno choc anafilattico che può portare alla morte. 
 

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