Punta 30 volte dalle vespe, lo zoologo: cosa ha innescato l’attacco e perché poteva finire peggio
Lo zoologo Andrea Sforzi spiega cosa può essere successo alla 20enne di Grosseto martoriata da una sciame di vespe
GROSSETO. Cosa abbia innescato la furia dello sciame di vespe in zona Pizzetti contro la studentessa 20enne è difficile da dire; abbiamo chiesto un parere allo zoologo e direttore del Museo di storia naturale di Grosseto Andrea Sforzi.
«Non conosco i dettagli della vicenda ma – spiega – non va fatto passare il concetto, sempre sbagliato, che le vespe attacchino senza motivo. Insetti di questo tipo non vanno mai ad attaccare le persone “dal niente”, a meno che non si sentano minacciati e ciò succede di solito quando ci troviamo in prossimità di un nido. Ci dev’essere qualche atto o “attivo” (calpestiamo, scaviamo, urtiamo il nido), oppure “passivo”: stiamo semplicemente fermi vicino al nido, e le vespe anche in quel caso scattano per difendersi. Essendo organizzate in colonie, ne escono anche molte insieme».
È probabile che anche in questa storia, «inavvertitamente, questa ragazza abbia messo piede su un nido a terra; né possiamo escludere che sia stato il suo cane a farlo, scavando a terra o spostando un legno».
Altro aspetto. «Di imenotteri ce ne sono migliaia di specie – prosegue Sforzi – Va capito a quale specie appartenga quella che ha attaccato questa ragazza: ogni specie ha un suo comportamento specifico».
Un’ipotesi è che si tratti di vespe “di terra” che, come suggerisce il nome, costruisce i suoi nidi sottoterra; nido che potrebbe appunto essere stato calpestato o semplicemente sfiorato, disturbato.
Un dettaglio quest’ultimo che sarebbe stato confermato dai medici del pronto soccorso alla ragazza, in ospedale, mentre facevano gli accertamenti. «Per Sforzi, in questo caso è andata male perché la ragazza si è procurata 30 punture di vespe, che sono tante e dolorose (e per quanto ne so, è la prima volta che ne sento parlare in Maremma) ma poteva andare anche peggio».
Il rischio in casi del genere è quello di uno choc anafilattico che può portare alla morte.