Costa Concordia, Kevin Rebello ora è italiano. Il fratello Russel morì nel disastro
Il commento nel giorno in cui ha ricevuto la cittadinanza dal Comune di MIlano: «Era il mio sogno, sarà orgoglioso di me»
ISOLA DEL GIGLIO. «Russel mi chiamava “l'italiano”, sapeva che questo era il mio desiderio e ora sarà orgoglioso di me». Dopo quasi 24 anni in Italia, Kevin Rebello può festeggiare un traguardo importante e tanto atteso, la cittadinanza. Kevin è stato ed è uno dei simboli della tragedia della Costa Concordia. Per mesi ha sperato e atteso che gli fosse restituito il corpo del fratello Russel, ragazzo di Mumbai che sognava di fare lo chef e secondo i testimoni è morto cercando di salvare più passeggeri possibile.
Ultima delle 32 vittime dello schianto all'Isola del Giglio ad essere ritrovata: ci sono voluti più di mille giorni, il relitto era ormai a Genova per essere demolito. Kevin due settimana fa ha ricevuto la cittadinanza dal Comune di Milano e sabato è arrivata la nuova carta d'identità. Finalmente una bella notizia.
«È vero - dice all'ANSA -, il percorso è stato lungo, ma era uno dei miei sogni ed è stato un traguardo importante. Sono in Italia da 1999, in pratica da metà della mia vita. Diciamo che sono nato in India ma fatto in Italia». All'inizio del nuovo anno ha appuntamento per il passaporto. Poi, visto che l'India non consente la doppia cittadinanza, dovrà cancellare quella indiana e a quel punto sarà solo "Kevin l'italiano".
«Quando è successo l'incidente di mio fratello - racconta Rebello - ho perso il mio lavoro, lavoravo per un'azienda che è poi fallita. Tutto è successo nel giro di due-tre mesi: a gennaio l'incidente di Russel, a febbraio l'azienda si è disciolta e ho dovuto cercare un altro lavoro».
Due pesi da sopportare contemporaneamente. L'ha fatto con grande dignità. Telefonò anche al comandante Francesco Schettino dopo la condanna nel 2017, pensando alla sua famiglia. Ora collabora con un'azienda che si occupa di benessere ed è sposato. Era arrivato in Italia con l'idea di rimanerci? «L'idea era di rimanere per un po' e vedere come andavano le cose, però dopo un anno che stavo qui la prospettiva è diventata più concreta e ho pensato "ok, questa è casa mia”. Sono tornato nel mio Paese ma solo in visita».
In India ha i genitori e nel 2015 finalmente è riuscito a riportare a casa le spoglie di suo fratello. Avrebbe voluto festeggiare con Russel, «molte volte lui diceva che ci sono persone che sono nate nel posto sbagliato. Ora ne sarebbe contento, lui già sapeva che volevo fare la pratica per la cittadinanza, sapeva che il mio obiettivo era questo. L'ultima volta che l'ho incontrato a Genova ero in Italia già da 10 anni e ne avevamo parlato. Sicuramente ne sarà orgoglioso».