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IL NAUFRAGIO

Gli 8 vigili eroi della Concordia vanno promossi, sì del Tar dopo 10 anni

Nicole Terribile
Gli 8 vigili eroi della Concordia vanno promossi, sì del Tar dopo 10 anni

In otto, fuori servizio, quel 13 gennaio 2012 raggiunsero la nave con una vedetta e misero in salvo 70 naufraghi

11 giugno 2022
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GROSSETO. Sono gli eroi dimenticati. Quegli otto vigili del fuoco che, pur essendo fuori servizio, corsero sulla Costa Concordia e misero in salvo oltre 70 persone. Agirono nel buio e nell’incertezza. E nell’incertezza sono rimasti in questi ultimi dieci anni.

L’allora comandante provinciale dei vigili del fuoco Ennio Aquilino chiese per gli otto vigili la promozione per meriti straordinari, che il Ministero dell’interno dipartimento vigili del fuoco ha negato loro per un decennio. Il Tar Toscana si pronunciò una prima volta nel 2017 e venne ordinato al Ministero di riesaminare meglio la vicenda attenendosi ai princìpi espressi in sentenza. Ma vennero nuovamente negate le promozioni. Ieri il Tar ha accolto il secondo ricorso, che era stato presentato nel 2018 dallo studio legale “Gallone e Urso” di Roma per impugnare il provvedimento di diniego della promozione del febbraio di quello stesso anno, e ha riconosciuto come fondata la richiesta dei vigili: «il Ministero è vincolato a concedere le promozioni per merito straordinario agli otto vigili del fuoco», spiega l’avvocata Iole Urso.

«Il Tar ha applicato il principio del “one shot temperato” – aggiunge l’avvocato Fernando Gallone – Si è esaurito il potere discrezionale dell’amministrazione. In pratica, dovrà attenersi alle indicazioni della sentenza». L’Amministrazione dovrà riesaminare la decisione presa entro 30 giorni dalla comunicazione della sentenza. E dovrà inoltre pagare 3.000 euro di spese. Oggi, finalmente, gli eroi che di solito agiscono in silenzio e pensando solo a salvare la vita degli altri, senza chiedere nulla in cambio, riceveranno il riconoscimento che spetta loro. Anche se ormai sono passati dieci anni da quel tragico incidente che costò la vita a 32 persone. E se non fossero intervenuti quegli otto eroi, forse il numero delle vittime sarebbe stato ancora più alto.

Quel 13 gennaio 2012, Roberto Trapassi, Stefano Bartolommei, Sergio Bronchini, Andrea Bardi, Giuseppe Bartalotta, Sandro Scoccia, Alberto Falciani e Massimiliano Bennati erano fuori servizio quando la Costa Concordia finì a Punta Gabbianara, dopo l’impatto con lo scoglio delle Scole. Alle 22,30 circa andarono a Porto Santo Stefano e, con l’autorizzazione del comandante Aquino, raggiunsero il luogo del naufragio con una motovedetta della guardia costiera. Non sapevano cosa aspettarsi, le notizie che arrivavano erano poche e frammentate. La nave era già pericolosamente inclinata su un lato, ma gli otto non esitarono un solo secondo e, mettendo a rischio le loro stesse vite, salirono sulla Concordia per aiutare i passeggeri e il personale rimasto a bordo. Salvarono circa 70 persone, tra cui una donna disabile e delle persone rimaste bloccate nelle cabine.

«Potevano morire da un momento all’altro. Si trovavano proprio al centro della nave e per uscire ci voleva circa un’ora. Se la nave fosse affondata, non sarebbero riusciti a scappare», dice ancora l’avvocato. La nave, infatti, si stava inclinando sempre più, con scatti repentini. Gli otto hanno sempre rifiutato il titolo di “eroi”. Hanno agito come vigili del fuoco che, nello svolgimento del loro lavoro, si sono trovati in maniera consapevole a mettere la propria vita a rischio per salvare quella degli altri. La notte della Concordia, però, raccontano di essersi ritrovati a operare in condizioni estreme, che sono riusciti ad affrontare grazie alla preparazione tecnica, agli equipaggiamenti e alla condivisione del rischio.

Nel 2012, Aquilino aveva richiesto la promozione per gli otto vigili in quanto corsero «un gravissimo ed effettivo pericolo, incuranti della propria incolumità». Ma il loro eroico gesto non era stato riconosciuto come tale. Certo, gli eroi agiscono dietro una maschera – o una divisa, in questo caso – e non chiedono venga detto loro grazie. Ma un riconoscimento per il lavoro fatto era quasi d’obbligo: ai supereroi, nei film, vengono consegnate le chiavi della città. Gli eroi, nella vita vera, ricevono una promozione. Nel 2015 era successa una cosa simile a tre poliziotti, anche loro tra i primi a intervenire sul luogo del naufragio con la motovedetta. Dopo che la loro promozione – proposta dal questore di Grosseto – era stata respinta dal Ministero. Il Tar aveva poi messo un punto: i tre poliziotti, sempre assistiti dallo studio romano “Gallone e Urso”, proposero ricorso, e lo vinsero.

E fecero lo stesso i vigili del fuoco, ma ci sono voluti ben due ricorsi al Tar e dieci anni per ottenere lo stesso risultato. Inizialmente il loro intervento era stato paragonato a quello degli altri operatori e agenti intervenuti nelle fasi successive. Adesso il Tar ha affermato che: «il Ministero avrebbe errato nel porre sullo stesso piano l’intervento da loro effettuato nell’immediatezza del naufragio, quando la nave sarebbe potuta affondare da un momento all’altro, con l’attività dei vigili del fuoco intervenuti nelle settimane seguenti, quando la Costa Concordia era ormai stata messa in sicurezza».

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