Il Tirreno

Grosseto

La Biagi molla tutto «Macché candidarmi Io esco dai giochi»

di Sabino Zuppa
La Biagi molla tutto «Macché candidarmi Io esco dai giochi»

L’ex consigliera e sindaco di Capalbio dice addio alla politica «Nessun accordo preelettorale. Sono solo delusa da tutto»

16 novembre 2013
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CAPALBIO. Le recenti vicende avvenute nel Comune di Capalbio potrebbero essere solo la punta di un iceberg destinato a frantumare come un castello di sabbia un intero decennio politico del borgo “radical chic”. E la fine annunciata del sindaco Bellumori sembra coincidere con l’uscita volontaria di scena di una grande protagonista della vita amministrativa della piccola Atene, Lucia Biagi.

Primo cittadino dal 2004 al 2009, caduta inspiegabilmente dopo il boicottaggio del suo vice, Luigi Bellumori, la Biagi annuncia la sua uscita di scena e mette a tacere tutte le voci che la danno in combutta con l’ex vice-sindaco Bianciardi per tentare una nuova avventura amministrativa. È disgustata da quella politica che per anni è stata la sua passione: «Il mio è un addio alla vita politica di Capalbio, non ho alcuna intenzione di continuare a farne parte attiva – dichiara decisa – così sarà chiaro che non ho fatto accordi preelettorali con nessuno. E magari i rivali politici di un tempo torneranno ad affrontarsi di nuovo a viso aperto, senza doversi aggregare come avvenne nel 2009 quando Vivere Capalbio nacque con l’unico scopo di mandarmi a casa». È lo sfogo di una donna che ha fatto storia a Capalbio e che, dopo un periodo di silenzio, torna per l’ultima volta in campo: «Non mi pare che tutti gli impegni elettorali assunti dal sindaco siano stati tradotti in fatti – continua - di opere pubbliche rilevanti non si è vista nemmeno l’ombra. Il paese e le frazioni sono rimaste come le avevo lasciate nel 2009, eccezione fatta per poche opere già avviate o progettate sotto la mia amministrazione. L’unico atto importante, che il mio gruppo non ha votato, è stato il regolamento urbanistico, sul quale sono emerse varie perplessità anche in ordine alla sua conformità con il piano strutturale. Da sindaco mi ero battuta molto nelle sedi istituzionali perché quello strumento urbanistico prevedesse un nuovo accesso al mare: tre soli accessi carrabili su 13 chilometri di spiaggia sono insufficienti, ma del nuovo accesso al mare nel regolamento urbanistico non c’è neanche l’ombra. L’accordo sulla fascia costiera era un pericolo perché di fatto limitava la libertà del Comune di gestire e pianificare quella porzione importante del territorio: mi chiedevo che senso avesse impegnarsi con i privati valutando proposte da inserire negli atti di pianificazione, posto che già le vigenti leggi in materia ne disciplinavano la partecipazione. Manifestazioni di grande rilievo come il Premio Capalbio, anziché essere considerate come fiore all’occhiello e custodite gelosamente, sono state svilite da polemiche. E il salvataggio della cantina sociale per cui in campagna elettorale la maggioranza si era tanto spesa? – insiste - Oltre i proclami, un fallimento perché la cantina è chiusa. Sulla questione biogas siamo stati presi in giro dal sindaco: dapprima negò in consiglio ogni condivisione sulla localizzazione dell’impianto, poi, carte alla mano, dovette ammettere il contrario visto che il privato aveva depositato al Tar una missiva in cui comunicava al privato di aver fatto un sopralluogo sul posto, ritenendolo idoneo per l’impianto. Dunque nessuno stupore se, a seguito dell’insanabile frattura aperta nella maggioranza, tale da non assicurare al consiglio il normale svolgimento delle proprie funzioni, la sottoscritta e altri tre consiglieri del mio gruppo hanno deciso di dimettersi. Da parte mia – conclude - auspico che nei prossimi mesi persone nuove, magari giovani, riescano a organizzarsi per proporre a Capalbio un progetto politico alternativo alle solite logiche. Un progetto che riesca a tradursi in azioni concrete, in occasioni di crescita e lavoro, perché i nostri ragazzi abbiano un’opportunità e il nostro territorio possa davvero crescere».

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