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Calcio: Serie A

Perché il derby di Empoli vale doppio per la Fiorentina? La spiegazione sta nei numeri, e non solo...

di Francesco Gensini

	Il popolo viola attende il derby con l'Empoli
Il popolo viola attende il derby con l'Empoli

Palladino si affiderà a Kean e Gudmundsson per scardinare la difesa degli azzurri. Dopo il successo contro la Lazio la squadra Viola è alla ricerca di una conferma

29 settembre 2024
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FIRENZE. Il giorno del derby dell’Arno che la Fiorentina non vince a Empoli dall’ormai (abbastanza) lontano 2016, il giorno di una partita mai banale e mai scontata: e l’attesa in casa viola di un successo che non sarebbe solo per interrompere il (mini) tabù, aggiunge valore a valore. Non a caso saranno 4.500 i tifosi che seguiranno Biraghi e compagni al Castellani domenica 29 settembre e anche questo dà il senso di un appuntamento che per la Fiorentina va oltre i tre punti classici messi in palio. Fischio d’inizio alle 18.

(Qui le ultime di formazione sull’Empoli)

Oltre la vittoria
Quelli importano sopra a tutto, ma ciò che si porterebbero dietro non avrebbe minor peso. Intanto, consentirebbero di dare seguito al successo conquistato sette giorni fa contro la Lazio, il primo in stagione e non solo in campionato; poi, ne guadagnerebbe la classifica che assumerebbe contorni più consoni alle ambizioni declamate al Viola Park fin dall’inizio del nuovo corso dopo il cambio in panchina; infine, aprirebbe nel modo migliore il trittico di gare che conduce alla seconda sosta e che vede il Milan al Franchi quale punto d’arrivo tra una settimana esatta (6 ottobre fischio d’inizio alle 20,45), passando per The New Saints, formazione gallese che a sua volta sarà ospite giovedì allo stadio (dimezzato causa lavori) di Campo di Marte per aprire la fase a gironi di Conference League. Insomma, c’è un bel po’ di roba dentro e a corredo di questa sfida, ed è naturale che Palladino abbia tenuto tutti i suoi sulla corda anche ieri nell’allenamento di rifinitura, dopo aver sottolineato venerdì (con ventiquattr’ore d’anticipo rispetto al solito, scelta non casuale di spostare alla vigilia l’intera attenzione del gruppo sulla partita) che a Empoli si attende e vuole una Fiorentina determinata, ambiziosa («Come lo è Commisso e lo siamo tutti noi», ha detto il tecnico campano), capace di dare seguito alla prestazione e al risultato con la Lazio per avere la meglio su un Empoli forte, confortato dai risultati e altrettanto motivato. Premesse (non promesse) e attese non solo nei pensieri, ma anche nei fatti.

Le scelte

Che Palladino tradurrà sul campo con una formazione che sia espressione compiuta del potenziale offensivo viola, puntando in primis su Moise Kean che all’Empoli in carriera ha già segnato tre gol quando vestiva la maglia della Juventus ed ha nella squadra azzurra la sua “vittima” preferita insieme al Digione (sempre tre gol da attaccante del Paris St. Germain). Il centravanti classe 2000 sarà ovviamente il punto di riferimento della Fiorentina al Castellani, però stavolta potrà contare su Gudmundsson subito fin dall’inizio: l’islandese viene dalla doppietta firmata su rigore contro la Lazio in appena 45 minuti al debutto assoluto, ma viene anche dallo scivolone del post social condiviso su Instagram ai danni della Sampdoria nel pre-derby della Lanterna di Coppa Italia, e quindi ha mille e un motivo per legittimare la fiducia di compagni e tifosi. “Gud” più Colpani, perché nella formula d’attacco pensata dall’allenatore ex Monza c’è spazio anche per chi proprio dalla Brianza ha fatto con lui la stessa strada verso Firenze: il trequartista di scuola Atalanta ha dato buoni segnali di ripresa proprio nella gara con i biancocelesti di Baroni e questo ha convinto (dovrebbe) Palladino a confermarlo schierandolo nel tridente atipico là davanti. Se così sarà, significherà che ci sarà un centrocampista in meno rispetto al solito e le non buone condizioni atletiche di Mandragora possono aver contribuito: Bove e Cataldi saranno i due mediani con Dodô e Gosens ai loro posti sulle rispettive fasce di competenza. Rimane la difesa. Che per quando descritto finora sarà “inevitabilmente” a tre: da lì riparte il tecnico viola, così se gli pare ovvio, pronto a cambiare come ha fatto nell’intervallo di Fiorentina-Lazio. Intanto, Quarta, Comuzzo e Biraghi si sistemeranno a protezione di De Gea, con lo spagnolo ormai preferito a Terracciano nelle gerarchie in campionato.

 

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