Fiorentina, è febbre da derby
La squadra di mister Palladino è alla ricerca della prima vittoria stagionale fuori casa. Determinante sarà il contributo di De Gea, titolare nelle ultime due di campionato
FIRENZE. In vista del derby di domenica contro il lanciatissimo Empoli la Fiorentina ha un solo obiettivo: vincere e festeggiare così il primo successo della stagione in trasferta dove finora ha racconto un punto in due partite (considerando il campionato) frutto dell’1-1 in casa del Parma alla prima giornata cui va aggiunto la sconfitta per 3-2 subita a Bergamo con l’Atalanta nonostante la squadra viola si sia trovata per due volte in vantaggio grazie alle reti di Martinez Quarta e Moise Kean.
Nelle scorse settimane c’è stato anche il pari in Ungheria con la Puskas Akademia nel ritorno dei preliminari di Conference League, un 1-1 che costrinse la Fiorentina a disputare i supplementari in virtù del 3-3 dell’andata e centrare la qualificazione alla fase successiva della competizione aggiudicandosi poi la lotteria dei rigori. Ma una vittoria vera e propria ottenuta su campo avverso Raffaele Palladino, da quando siede sulla panchina viola, non è ancora riuscito a conquistarla. Ecco che allora il derby toscano, una sfida sempre sentita anche se forse più dalla parte empolese che fiorentina, può diventare l’occasione giusta per sfatare anche questo tabù dopo aver raccolto domenica scorsa contro la Lazio i primi tre punti della stagione in un colpo solo. Per riuscirci la Fiorentina – come vuole la legge del calcio – deve segnare un gol più degli avversari e fare il possibile per incassarne. Quindi s’annuncia quanto mai importante e determinante l’apporto di David De Gea. L’esperto portiere, approdato a Firenze in estate a parametro zero dopo 12 anni di militanza nel Manchester United di cui è stato una colonna, ha saputo già dimostrare di non essersi “arrugginito” nonostante un anno di inattività. Vero che, come ha raccontato lui stesso, ha continuato ad allenarsi tutti i giorni, con costanza e applicazione, ma è anche vero che al di là dell’esperienza e delle indubbie capacità il ritmo partita è un’altra cosa. Ebbene, De Gea ha fatto in fretta a inserirsi nel gruppo viola e ad ambientarsi e dopo aver disputato le due gare di Conference League in agosto è stato schierato titolare anche nelle ultime due partite di campionato, con l’Atalanta in trasferta e con la Lazio al Franchi, ritagliandosi un ruolo da protagonista malgrado sia stato trafitto in entrambe le occasioni. Motivo in più per il numero uno spagnolo per cercare domenica al Castellani di mantenere inviolata la porta per la prima volta. Prima di lui ci è riuscito solo il collega e compagno di squadra Pietro Terracciano nel match interno con il Venezia terminato 0-0, che è appunto anche l’unica partita, delle 7 disputate da quando è scattata la nuova stagione, nella quale la Fiorentina di Palladino è uscita dal campo senza subire gol.
Proprio ciò a cui punta De Gea contro l’Empoli, perché gli applausi per le grandi parate fanno piacere (e lui ne ha fatte più di una) ma più di tutto fa piacere salvaguardare la propria porta. E questo al di là di come il tecnico viola deciderà domenica di schierare la difesa (ancora a 3 o a 4 come nel secondo tempo con la Lazio) e se riuscirà a recuperare Pongracic escluso domenica scorsa per un problema ai flessori della gamba sinistra. Già dalle prime apparizioni De Gea ha dato sfoggio delle qualità che lo hanno reso nel suo ruolo uno dei migliori e più famosi a livello internazionale.
Nel frattempo, e non potrebbe essere altrimenti, non ha scordato il passato e così, via social, ha voluto salutare Raphael Varane che a 31 anni ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo.