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Alessandro Barbero riceve le chiavi della città: «Ecco cosa rappresenta per me Firenze»

La consegna delle chiavi
La consegna delle chiavi

Sold out intanto i due appuntamenti nel capoluogo toscano: «Le grandi civiltà si formano anche sul conflitto»

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FIRENZE. «Firenze nell’immaginario collettivo ha tanti volti. Una città piena di turisti, che magari neanche immaginano che questa non è solo uno scrigno di opere d’arte, ma anche una città medaglia d’oro della Resistenza. È la Firenze medaglia d’oro della Resistenza che mi dà le chiavi delle sue porte. E questo è un grandissimo onore». Lo storico Alessandro Barbero lo sottolinea ai giornalisti poco prima di ricevere il riconoscimento dalla sindaca, Sara Funaro, nel corso della cerimonia organizzata a Palazzo Vecchio.

Oltre a questo, prosegue il noto divulgatore, «Firenze vuol dire andare in giro e guardarsi intorno. Certo, tutto questo oggi è replicabile in forma virtuale e gli americani, già molto tempo fa, se lo replicavano facendo il bello finto” o comprando le nostre cose per portarsele là». Tuttavia, «il fatto che la bellezza stia nei luoghi in cui è nata, in cui per tante generazioni la gente ci sia vissuta in mezzo, dà un valore aggiunto a una città come questa senza pari al mondo”. Firenze, la prende infine dal piano storico riflettendo sul presente, «ha prodotto una straordinaria civiltà continuamente attraversata da conflitti, anche violentissimi». Il conflitto, infatti, «non è una cosa che una civiltà deve cercare di sopprimere, eliminare, se vuole essere grande. Al contrario: la civiltà fiorentina del Medioevo e del Rinascimento è stata prodotta da uomini e donne che vivevano in conflitti durissimi e sapevano che quello era il modo di stare al mondo. Lo dico, perché oggi capita di sentir dire che invece la conflittualità sia tossica. Ecco, la lezione della storia non è quella».

«Dare le mie prime chiavi della città a Barbero per me è motivo di orgoglio», perché «con la sua attività, il suo fascino, la sua passione per la storia, è riuscito a far avvicinare tantissime persone» alla materia, dice la sindaca Funaro prima di consegnare il riconoscimento al noto storico e divulgatore. Barbero, prosegue la sindaca, «ha riportato al centro quella che troppo spesso è stata considerata una cosa in più», qualcosa di «un po' polveroso». L'ha fatto rendendo la storia «nuovamente attuale, attrattiva per tantissime persone di tutte le età, soprattutto per i giovani, con i suoi podcast o i video su YouTube». Una città come Firenze, quindi, «deve dare un riconoscimento a chi valorizza la storia».

«La bellezza sta nei luoghi in cui è nata e in cui per tante generazioni la gente ci è vissuta in mezzo e ciò dà un valore aggiunto a una città come Firenze, che è senza pari nel mondo», aggiunge Barbero. «Io posso raccontare che Firenze è stata una città che ha prodotto una straordinaria civiltà, continuamente attraversata da conflitti, anche violentissimi, che il conflitto non è una cosa che una civiltà debba cercare di sopprimere, di eliminare se vuole essere grande, al contrario – spiega Barbero – La civiltà fiorentina del Medioevo e del Rinascimento è stata prodotta da uomini e donne che vivevano in conflitti durissimi e sapevano che quello era il modo di stare al mondo».

Gli appuntamenti

Barbero a Firenze è stato ospite del prologo del salone dell'editoria "Testo" alla Stazione Leopolda fino a domenica 2 marzo. Giovedì sera la sua lezione ha registrato il tutto esaurito al Teatro del Maggio. Inoltre, alle 18, sold out anche ieri al teatro della Pergola per Akadémeia, la kermesse organizzata dall’ex sindaco Dario Nardella a cui hanno partecipato anche il commissario europeo Paolo Gentiloni e il ministro Gilberto Pichetto Fratin.
 

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