Economia
I gioielli dell'orafo toscano Penko sono da Oscar: la candidatura, il film e perché sono in doppia copia
Oltre 530 pezzi realizzati dall'orafo per il film con Ralph Fiennes. Ogni personaggio ha anelli e croci che ne rivelano l'orientamento
FIRENZE. «Abbiamo seguito le nomination agli Oscar live su YouTube, insieme in bottega: quando “Conclave” è stato indicato nella cinquina per i migliori costumi siamo esplosi in un grido di gioia». Riccardo Penko, figlio del fondatore della omonima bottega orafa Paolo, racconta così la soddisfazione della famiglia e dei collaboratori per la selezione del loro lavoro a uno dei riconoscimenti più prestigiosi del cinema internazionale.
I gioielli da premio Oscar
Il film, diretto da Edward Berger con Ralph Fiennes protagonista di un intrigo vaticano, è in lizza per diversi premi, dai Bafta ai Costume Designers Guild Awards, ai Critics' Choice Awards: ma rientrare nella rosa degli Oscar è una conquista che colpisce particolarmente. «Ci siamo sentiti subito con la costumista, Lisy Christl, e con la sua assistente Ilaria Marmugi per condividere questa emozione così come prima abbiamo condiviso il lavoro, che è stato un grande gioco di squadra sia all’interno della nostra bottega che con loro», aggiunge Penko. Gli oltre 530 pezzi, tra anelli, gemelli, spille, catene e croci che la bottega ha realizzato per il film non sono un semplice accessorio agli abiti di scena: rappresentano il pensiero dei personaggi, il loro orientamento politico per una chiesa conservatrice o progressista, con gioielli in oro e ricchi di pietre e decorazioni per la prima fazione e linee moderne in argento per la seconda. Uno studio enorme e dettagliatissimo, che ha prodotto per ciascun personaggio croce, anello e gemelli - il tutto in doppia copia, per evitare il rischio di interrompere le riprese per qualche smarrimento - tutti diversi.
La notte delle statuette
Ora li attende Los Angeles: «Parteciperemo alle varie iniziative per promuovere il film, la settimana che precede gli Oscar è sempre un grande fermento» prosegue Riccardo Penko, che si è occupato in prima persona del progetto.
«Non so ancora se potrò partecipare alla serata, solitamente riservata ai nominati, in questo caso Lisy, ma comunque seguiremo insieme e da vicino l’evento con il resto della troupe». Nelle giornate in cui sarà presente nella mecca del cinema, Penko avrà l’occasione di consolidare la proposta unica della bottega fiorentina nel mondo del cinema, un settore che lo appassiona e che ha aperto un filone di produzione molto interessante.
«Abbiamo già realizzato un altro film con lo stesso regista e la costumista, uscirà a fine anno o inizio del 2026», spiega ancora l’orafo.
La soddisfazione
«L’intesa è forte, squadra vincente non si cambia». Soddisfazione per la nomination è stata espressa anche dall’assessore allo Sviluppo economico del Comune Jacopo Vicini: «È un vero onore per Firenze: la creatività, la sapienza, la capacità di innovare degli artigiani della nostra città si affermano tra le eccellenze mondiali, arricchendo con produzioni uniche un’opera artistica che è candidata agli Oscar. È la conferma che tra le basi fondanti l’identità e l’anima fiorentina c’è la capacità secolare, che si rinnova continuamente, di produrre creazioni esclusive per qualità e bellezza».
«Dietro a quei dettagli, che spiccano sullo schermo e mostrano qualcosa in più dei singoli personaggi, ci sono mani artigiane che hanno creato la bellezza che prima non c'era, c'è una lavorazione attenta e precisa, dalla scelta dei materiali alla tecnica, ci sono anni e anni passati a imparare in bottega e poi a trasmettere, perché un mestiere si perpetui. È un successo per la Bottega Orafa Paolo Penko, ma anche per tutti gli artigiani fiorentini, per tutte le nostre botteghe che non sono solo una vetrina del passato ma un'eredità viva», hanno aggiunto la presidente di Confartigianato Imprese Firenze, Serena Vavolo, e il Segretario generale, Jacopo Ferretti.