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Ranaldi soprintendente per Firenze: «Voglio dialogo con città e istituzioni»

di Sabrina Carollo
Ranaldi soprintendente per Firenze: «Voglio dialogo con città e istituzioni»

Dopo gli scontri fra Nardella e Pessina, l’architetta sarà a capo delle Belle Arti

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FIRENZE. «Comincio una nuova avventura con grande entusiasmo e la voglia di stabilire un dialogo, uno scambio con la città». Antonella Ranaldi da domani ricoprirà il ruolo di soprintendente per Archeologia, Belle arti e Paesaggio della città metropolitana di Firenze e delle province di Prato e Pistoia. «Vengo da un’esperienza, quella a Milano, che mi ha molto gratificato, ma sono felice di iniziare a lavorare a Firenze, una città magnifica che ha dato tanto alla cultura, all’Italia e al mondo», prosegue. «Inizio la mia missione qui con la consapevolezza che non si tratta di un’immagine da cartolina ma di una città viva, che affronta i temi importanti della quotidianità. Spero di essere all’altezza dell’incarico».

Una frase che colpisce, visto l’autorevole curriculum che vanta: classe’60, laureata in architettura con lode, un’infilata di titoli tra dottorati, specializzazioni, post dottorati, abilitazioni, una carriera cominciata nel MiBac nel 2000 e arrivata rapidamente ai vertici come soprintendente in Lombardia, in Emilia Romagna, in Friuli e in Veneto, cattedre in atenei prestigiosi come quello di Bologna o del Politecnico di Milano, una lista di pubblicazioni di pagine e pagine, e il suo fiore all’occhiello, l’ideazione del Parco Archeologico dell’Anfiteatro di Milano, un progetto nel cuore della città che ha consentito la valorizzazione di un tesoro archeologico in chiave green.

«Ho salutato sabato mattina il sindaco Giuseppe Sala e smetto oggi dopo otto anni i panni coinvolgenti di soprintendente a Milano, ma da domani si apre un nuovo capitolo e conto di incontrare presto il sindaco Dario Nardella e i rappresentanti della istituzioni, che ancora non conosco, con cui confido di stabilire un ottimo rapporto, una collaborazione proficua nell’interesse dei cittadini e di Firenze», ha commentato. La soprintendente Ranaldi non ha familiarità con la città, che ovviamente conosce per la sua bellezza, orgogliosa di quello che rappresenta nel mondo e consapevole delle sfide che la attendono, in primis le grandi opere incompiute come la loggia di Isozaki o la scala mobile per il Belvedere: «So che Firenze ha fama di essere una città non semplice, ma non mi piace farmi guidare dai ’si dice’, preferisco essere libera di farmi un’idea mia, senza pregiudizi». E anche con il suo predecessore, Andrea Pessina, ha avuto solo uno scambio veloce, «è avvenuto tutto in poco tempo».

Si apre così una nuova pagina, all’insegna della continuità di lavoro dell’istituzione: «Firenze va conservata, preservata, pensando sul lungo periodo; la nostra missione è mantenerne inalterata la bellezza nel tempo» dichiara Ranaldi, ma con un occhio scevro da preclusioni e con l’idea di tracciare un percorso costruttivo originale. E anche rispetto alle polemiche nate in passato tra soprintendenza e amministrazione su varie questioni – dalla ruota panoramica allo stadio, alle pensiline e alla “selva di pali” della tramvia – la nuova incaricata vuole avere una visione indipendente. «Vedremo nello specifico le singole questioni che si presenteranno. Non penso tanto a ciò che c’è stato prima, preferisco affrontare di volta in volta le problematiche, ma sempre all’interno di un confronto costruttivo con la città. Dialogo e scambio sono uno strumento essenziale per il nostro lavoro: mi piace interloquire e magari anche orientare, ma questo può avvenire solo intorno a un tavolo e sulla base dei progetti che via via vengono presentati. I soprintendenti sono esperti che lo Stato mette a disposizione della collettività, il nostro deve essere un contributo proficuo».  

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