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Empoli, non è un derby come gli altri: gli Azzurri con la Fiorentina si giocano la storia


	L'Empoli affronta la Fiorentina nel derby dell'Arno
L'Empoli affronta la Fiorentina nel derby dell'Arno

Il tecnico: «Fiorentina più forte, guai a rallentare». Fazzini recuperato ma il rientro dal 1’ non è scontato. La formazione di D’Aversa ha iniziato col gas a martello: due vittorie e tre pari nelle prime cinque di campionato

29 settembre 2024
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EMPOLI. È il giorno dei giorni, direbbe Luciano Ligabue, è domenica 29 settembre, è il giorno del derby. Quello dell’Arno, quello che mette di fronte il capoluogo di provincia con una realtà di meno di 50mila anime. Fischio d’inizio alle 18. Pianeti diversi, mondi differenti che però si incrociano sul rettangolo verde. Già, perché al tavolo delle grandi non c’è solo la Fiorentina ma anche l’Empoli, perché quando una palla rotola può succedere di tutto. Allacciamoci le cinture, insomma, perché la partita più attesa dell’anno, almeno dalle parti del Castellani, sta bussando alle porte.

(Qui le ultime di formazione della Fiorentina)

Non cambiare

Alla vigilia il tecnico azzurro Roberto D’Aversa indica la ricetta proposta ai suoi. Che, sostanzialmente, è quella di continuare a battere i tasti utilizzati in questo sorprendentemente brillante avvio di stagione del suo Empoli. «Ma i complimenti – avvisa l’allenatore – portano ad abbassare l’attenzione e la determinazione. Un errore che non possiamo permetterci. Quello che è stato fatto è il passato, ora c’è una partita difficilissima con la Fiorentina. Duello impari, come Davide contro Golia, ma sentiamo l’importanza del mach e quanto conta per i nostri tifosi quindi dobbiamo cercare la prestazione». Facendo leva, magari, proprio sull’eccellente partenza (2 vittorie e 3 pari nelle prime 5) confermata anche dal blitz di Torino in Coppa Italia. «Siamo contenti della prestazione e del risultato di martedì scorso – osserva D’Aversa – ha confermato che in questo gruppo tutti sono importanti ed è un bene visto che per salvarci ci sarà bisogno di tutti. Detto questo, però, pensare che il nostro avvio di stagione renda meno complicata la gara di oggi è un errore. Sulla carta la Fiorentina è la più forte, noi dovremo fare di tutto per far si che non sia così sul campo. Ci sarà bisogno delle armi ce ci mettiamo dal primo giorno, intensità e determinazione. Quello che stiamo raccogliendo sul campo è il meritato frutto del lavoro svolto già dal ritiro, ma cali di concentrazione noi non possiamo né potremo mai permetterceli».

Alla lavagna

A livello mentale, dunque, il discorso è chiaro: dare il massimo («potrebbe non bastare – avvisa l’allenatore – ma è quello che possiamo e dobbiamo fare noi»), a livello tattico, invece, molto dipenderà da quale abito sceglierà di indossare la Fiorentina (3-4-2-1 o 4-2-3-1?) anche se almeno alla lavagna sono stati affrontati entrambi gli scenari. «In questi giorni – conferma il tecnico azzurro – ci siamo preparati per entrambi i moduli che la Fiorentina potrebbe utilizzare. È chiaro che anche per noi potrebbe cambiare qualcosa in questo senso, ma lo vedremo solo sul campo, una volta iniziato. Quello che conta davvero non è mai il sistema che scegli di adottare ma l’interpretazione che dai al sistema e alla partita. C’è chi dice che i derby non siano partite da giocare ma semplicemente da vincere, io non so se sia davvero così è vero che in partite di questo tipo spesso è la voglia di portare a casa il risultato che fa la differenza. Al netto di quale modulo utilizzerà la Fiorentina e quale utilizzeremo noi, insomma, l’importante è portare sul campo con coraggio, intensità e pressione». Chiaro. Come la replica a chi fa notare che gli azzurri stanno incassando spesso gol di testa sugli sviluppi di una palla inattiva: «Nel calcio di oggi succede a tutti – la risposta di D’Aversa – e per noi forse risaltano ancora di più perché di gol ne stiamo prendendo pochi».

Le ultime

Un po’ più evasivo, come al solito, il tecnico è riguardo alla formazione con cui andare a giocarselo questo derby dell’Arno. «Non va la dico – sostiene – semplicemente perché non la so. Ci sono ancora alcune valutazioni da fare e deciderò in extremis». Valutazioni che, in realtà, sembrano girare soprattutto intorno al nome di Jacopo Fazzini, il gioiello delle prime uscite che ha saltato quelle con Juve e Cagliari per un problema muscolare. «Ha recuperato al 100%», sottolinea D’Aversa. Il che, tradotto, farebbe pensare a uno scontato ritorno nel 3-4-2-1 di partenza. In realtà non è così o almeno non è detto che sia così. L’allenatore, infatti, starebbe valutando l’ipotesi di confermare in blocco la formazione che nel turno precedente ha sbancato la Sardegna e dunque con la coppia britannica formata dall’inglese Tino Anjorin e dallo scozzese Liam Henderson dentro al via. A Cagliari era stato l’ex del Chelsea ad affiancare Grassi in mediana, con il compagno a fare il pendolo tra centrocampo e attacco. Youssef Maleh, invece, sta meglio ma il dubbio sulla sua presenza non è ancora sciolto. Al massimo, dunque, potrebbe andare in panchina. Per il resto si va verso la conferma del terzetto difensivo formato da Goglichidze, Ismajli e Viti con Colombo ed Esposito in avanti. Ancota con i grandi i giovani Tosto e Konate.

Giovanili

Che, di conseguenza, non saranno in campo con la Primavera di Alessandro Birindelli che, reduce dal successo sul Verona, torna in campo oggi alle 13 nella tana del Cagliari.

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