Rebecca Corsi erede di Rosella
L’ad del club azzurro raccoglie il testimone lasciato 11 anni fa dalla Sensi. La neo consigliera in Lega prende il posto di Giulini: decisivo Lotito
EMPOLI. Ha preso un deciso tono rosa e azzurro una delle assemblee di Lega più importanti degli ultimi tempi, quella che ha preso luogo giovedì sera nel pieno due gravi emergenze come l’inchiesta che vede coinvolta la Juventus e la scadenza dei pagamenti delle tasse arretrate che pendeva sui club di Serie A.
Al terzo tentativo, con il precedente che aveva visto tutte le società più importanti disertare l’assemblea, è stata finalmente eletta Rebecca Corsi come consigliere non indipendente della Lega. «Mi sembra un’ottima notizia: è una persona giovane, una donna, ed erano tanti anni che non c’era una donna nel consiglio di Lega; è un segnale importante, anche perché Rebecca si è occupata a lungo di calcio femminile, sicuramente un ulteriore segnale del programma di cambiamento e trasformazioni che la Lega dovrà affrontare nei prossimi mesi e nei prossimi anni» è il commento nella conferenza stampa post assemblea di Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A.
Proprio le parole di Casini ricordano come è dai tempi di Rosella Sensi, ex proprietaria della Roma e consigliera fino al 2011, che non si vedeva una donna in quella posizione: undici anni in cui il calcio è stato a unico appannaggio maschile. Rebecca Corsi prende quindi in carico un’eredità storica pesante, in un momento in cui il calcio italiano ha estremamente bisogno di una guida ferma e possibilmente rivolta al futuro. In attesa di capire se l’inchiesta della Procura di Torino riguardo i bilanci della Juventus investirà anche altri club, soprattutto quelli che hanno permesso ai bianconeri le transazioni sotto l’occhio degli inquirenti, la Serie A è riuscita finalmente a schivare una pallottola che poteva arrecare danni ingenti. È stato presentato un decreto, firmato da esponenti di tutti i principali partiti politici, al decreto legge Aiuti quater che configura il pagamento in 60 rate mensili a partire da questo dicembre delle tasse dovute dai club nel periodo di pandemia; imposte che le società non avevano pagato precedentemente grazie a una proroga concessa dallo Stato per aiutare i club vista la difficile situazione finanziaria post pandemia.
Un nodo fondamentale sciolto grazie al lavoro del senatore di Forza Italia Lotito (promotore della candidatura di Rebecca Corsi a consigliere di Lega) , nonché presidente della Lazio, che è riuscito a circumnavigare il secco no alla rateizzazione opposto dal Ministro dello Sport Abodi. Le motivazioni del patron biancoceleste non sembrano però frutto solo della volontà di salvaguardare la Serie A: un’inchiesta uscita sui giornali nazionali giovedì mostrava come la Lazio dovesse ben 40 milioni di euro allo Stato, poco meno dell’Inter (50 milioni) e di più di quello che devono versare Roma (38) , Juventus (30) , Napoli (25) , Fiorentina (15) e Milan (10) .
Tutte le società, a parte la Cremonese, avevano approfittato del tempo aggiuntivo e alcune, come Verona e Sampdoria, erano date in grande difficoltà nell’ottemperare al pagamento. L’Empoli, pur con rimanenze, aveva tutti gli strumenti finanziari a disposizione per estinguere il debito, ma sicuramente avranno piacere i contabili azzurri nell’approfittare di questa opportunità.