Muore a 34 anni in montagna sotto gli occhi della fidanzata: chi era Daniele, l'empolese che amava scalare e i cani
La coppia stava scalando in cordata la Cima di Nasta in Piemonte. Lei ha chiamato i soccorsi: «Lo chiamavo e non mi rispondeva»
EMPOLI. Stava facendo la cosa che amava, in un posto meraviglioso, insieme alla fidanzata. Ma in un attimo la tragedia ha spazzato via tutto, portandosi via la vita e i sogni di un trentaquattrenne dal sorriso gentile, che ha trovato la morte proprio tra quelle montagne da avevano stregato il suo cuore.
Daniele Pacini, 34enne empolese, è morto dopo essere precipitato durante la scalata dello spigolo Vernet (3. 108 metri) alla cima della Nasta, in alta Valle Gesso (provincia di Cuneo). Dove la coppia era arrivata qualche giorno prima, per trascorrere qualche giorno di vacanza, facendo base nel rifugio gestito da altri appassionati, conosciuti qualche mese fa in Liguria, durante un’altra scalata.
L’incidente
Daniele e la fidanzata e compagna di cordata sono partiti dal rifugio intorno alle 7.30 di martedì per affrontare una scalata che viene definita tutt’altro che impegnativa dagli addetti ai lavori. E che quindi, sulla carta, non doveva creare particolari difficoltà a un alpinista esperto come Daniele, che nel corso degli anni aveva affrontato percorsi ben più insidiosi, sempre accompagnato dal suo inseparabile cane “Gigione”. Avventure che il trentaquattrenne empolese amava raccontare agli amici che condividevano la sua grande passione, ma anche attraverso i post sui social.
Ma stavolta qualcosa è andato storto, non lasciando scampo a Daniele. Circa cinque ore dopo l’inizio dell’ennesima avventura tra rocce e paesaggi straordinari, è caduto, finendo oltre lo spigolo roccioso. Secondo quanto è emerso da una prima ricostruzione, la ragazza – rimasta appesa alla sosta – ha subito cercato di trattenere la corda, ma lui è precipitato e ha sbattuto violentemente, rimediando gravi traumi e perdendo conoscenza.
L’allarme della fidanzata
La richiesta di aiuto è arrivata dalla fidanzata di Daniele: «Lo chiamavo e non mi rispondeva, non riuscivo a vederlo» ha raccontato nelle ore successive alla tragedia. Sono stati subito attivati i tecnici del Soccorso alpino e speleologico piemontese e il Servizio regionale di Elisoccorso di Azienda zero Piemonte. Sul posto è stata mandata l’eliambulanza che ha recuperato due tecnici aggiuntivi del Soccorso alpino della locale stazione a supporto dell’équipe. Il personale è stato sbarcato con il verricello nel punto dell’incidente, iniziando le manovre di rianimazione su Pacini e stabilizzando la donna che è stata rapidamente trasferita all’ospedale Santissima Annunziata di Savigliano, praticamente illesa ma sotto choc. Poco dopo il medico ha constatato il decesso di Daniele. Sul posto è stato quindi elitrasportato il personale del Soccorso alpino della guardia di finanza per le operazioni di polizia giudiziaria. Con l’autorizzazione del magistrato, la salma è stata recuperata dall’elicottero e trasportata a valle, nella camera mortuaria del cimitero di Valdieri. L’operazione si è svolta interamente in parete aperta con i tecnici che hanno dovuto operare appesi alle corde con complesse manovre di soccorso alpino.
La vittima
La notizia della tragedia ha sconvolto Empoli, dove tutta la famiglia è molto conosciuta. Daniele viveva a Casenuove, ha frequentato le medie Vanghetti in città, prima di diplomarsi come perito agrario a Pescia. Fino a un anno fa era amministratore unico di un’azienda di prodotti tipici toscani e umbri, con sede a Umbertide (Perugia) ; poi aveva lasciato la società, per intraprendere un nuovo percorso lavorativo in un’azienda di materassi a Prato. Continuando a dedicare buona parte del tempo libero a quella montagna che l’ha tradito.