Il Tirreno

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Lavori pubblici

Partito il cantiere del ripetitore Iliad a Sovigliana e il sindaco chiede di bloccare l’opera

Luca Signorini

	Il terreno dove è iniziata l'installazione del ripetitore
Il terreno dove è iniziata l'installazione del ripetitore

Proteste per l’antenna alta 30 metri vicino alle case di via Alfieri

02 agosto 2022
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Vinci Il primo di agosto: sembrerebbe un giorno giusto per avviare un cantiere passando quasi inosservati, soprattutto se la vicenda è al centro da mesi di proteste e malumori dei cittadini, che dopo aver presentato un esposto ad Arpat avevano ricevuto rassicurazioni da parte del sindaco di Vinci, Giuseppe Torchia.

«E invece non ha mantenuto le promesse», dicono ora i residenti di via Alfieri a Sovigliana, zona residenziale nel comune di Vinci a un passo dall’ingresso a Empoli, quando ieri hanno assistito all’installazione del cantiere (che dunque non è passato inosservato) per collocare in un terreno di proprietà privata vicino alle abitazioni (a una distanza di non più di una ventina di metri) un ripetitore per la telefonia mobile del gestore Iliad.

La mobilitazione dei cittadini ha di nuovo coinvolto il sindaco - il quale a fine gennaio aveva tranquillizzato il quartiere spiegando «che il piano regolatore del Comune ha destinato la zona di via Alfieri a un futuro parco pubblico, più un parcheggio per le auto con conseguente espropriazione dei terreni» - che si è di nuovo fatto portavoce dell’inquietudine generale inviando una mail a Iliad per richiedere «la sospensione immediata dei lavori al fine concertare una soluzione diversa».

È chiaro però che a questo punto i residenti di via Alfieri credono poco alle tante parole spese di sostegno alla loro causa. Anche perché i lavori per l’antenna sono cominciati davvero a Sovigliana. La preoccupazione di queste persone ha due motivi su tutti: «Il rischio per la salute dovuto alla propagazione delle onde elettromagnetiche così vicine alle case; e il rischio di svalutazione degli immobili se davanti alla finestra c’è una infrastruttura in ferro alta una trentina di metri».

Tra l’altro Arpat era già stata interessata della questione con un esposto, dopo che una relazione scritta dalla biologa Elenia Castellari (studio Bartolini di Empoli) ha confermato che i campi elettromagnetici «debbano essere considerati come un possibile cancerogeno per l’uomo». L’Arpat non ha mai risposto, e anzi un suo dipendente avrebbe trattato in malo modo una cittadina che si è recata di persona all’ufficio di via Tripoli a Empoli, senza fornire tante spiegazioni sul progetto di installazione dell’antenna in via Alfieri.

La battaglia di questi cittadini è cominciata nel novembre dello scorso anno, quando sono state presentate in Comune centinaia di firme (quasi 300) per dire no all’installazione del ripetitore. Il sindaco Torchia aveva poi incontrato una rappresentanza di residenti, escludendo come detto l’ipotesi che in una zona residenziale possa venire collocata un’antenna di quelle dimensioni e portata, nociva sia alla salute che all’ambiente.

E invece l’autorizzazione a Iliad è stata rilasciata già lo scorso febbraio (i residenti se ne sono accorti soltanto collegandosi al sito di Arpat, che indicava l’impianto di radiocomunicazione nelle mappe). Ieri l’ultima beffa che sa di danno: nella torrida prima settimana di agosto è partito il cantiere. 

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