Muore a 13 anni per una meningite: scatta la profilassi per 81 persone
Il ragazzino di Cerreto Guidi è stato ricoverato a Empoli, in corso la profilassi per la famiglia e per i compagni di scuola. Tra i cittadini scatta la psicosi-infezione con centinaia di telefonate all’Asl, richieste di informazioni ad ambulatori e ospedale per tutta la giornata
CERRETO GUIDI. È arrivato all’ospedale di Empoli con la febbre quasi a 42°. I medici hanno tentato disperatamente di strapparlo alla morte. Ma per Giovanni Locci, 13 anni, non c’è stato niente da fare. Una forma fulminante di meningite non gli ha dato scampo. È morto in un letto del reparto di terapia intensiva del San Giuseppe. La sepsi da meningococco si è portato via “Giovi”. Proprio lui «sempre con il sorriso, mai triste, capace di fare stare bene tutti», come lo descrivono gli amici. Una tragedia che ha sconvolto il paese di Bassa e tutta la comunità cerretese.
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La tragedia. E ha fatto sprofondare nel dolore babbo Luigi, commesso del Centro Casa Nelli di Fucecchio, mamma Paola, casalinga, molto impegnata nelle attività della parrocchia, frequentata anche da Giovanni, che si stava preparando a ricevere il sacramento della cresima e in passato aveva partecipato alle rappresentazioni della via Crucis. E i due fratelli, distrutti da un lutto troppo grande. Per tutti loro, nel frattempo è scattata la profilassi, così come i compagni di classe di Giovanni, per gli altri bambini e ragazzi che salivano sul suo stesso scuolabus, gli insegnanti. Per un totale - ha fatto sapere l’Asl 11 - di ottantuno persone, che sono state a stretto contatto con il tredicenne nel corso dell’ultima settimana.
«È impossibile, l’ho visto giocare con gli amici proprio qui davanti pochi giorni fa» racconta un negoziante. E invece, purtroppo, è vero. Le condizioni di Giovanni, che sembrava avere i classici sintomi influenzali, sono precipitate nella tarda serata di venerdì 6 febbraio, quando il termometro è arrivato a 41.7º di febbre. La corsa in ospedale, i primi accertamenti, il ricovero in terapia intensiva. I medici valutano il trasferimento al Meyer di Firenze. Ma non c’è tempo. Il cuore del tredicenne smette di battere per sempre all’alba di sabato 7 febbraio.
Un campione di sangue viene inviato al laboratorio specializzato dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. La diagnosi non lascia spazio ai dubbi: Giovanni è morto per una meningite fulminante, resta da capire soltanto di quale ceppo si tratta: un aspetto che sarà chiarito nel giro di pochi giorni. Ma intanto Bassa è sotto choc. Davanti alla chiesa, che si trova a poche decine di metri dall’abitazione della famiglia Locci, in via Puccini, si radunano alcuni genitori. Basta uno sguardo per capire che quella maledetta notizia che ha iniziato a circolare, purtroppo, è vera.
«Giovanni lo conoscevo molto bene, veniva sempre alla messa - racconta don Marcos Roberto Policarpo, parroco di Bassa -. È una tragedia enorme per la nostra comunità». Il più piccolo dei tre fratelli Locci frequentava la scuola media di Cerreto Guidi. Il dolore travolge anche il suo profilo Facebook, sotto forma di cuori e messaggi. Con una promessa che si ripete: «Nessuno mai ti scorderà, tu rimarrai nei nostri cuori». Il tredicenne frequentava - insieme ai fratelli - anche il gruppo di preghiera “Gioventù ardente Mariana”, che si riunisce nella chiesa di La Scala di San Miniato.
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L'addio. Intanto la salma è stata restituita alla famiglia. Le cause del decesso sono già state chiarite dalle analisi effettuate dal laboratorio del Meyer e per questo non è stata disposta l’autopsia. Il funerale sarà celebrato da don Marco Roberto domenica pomeriggio alle ore 15, nella chiesa di Santa Maria Assunta a Bassa. E proprio in segno di rispetto e vicinanza alla famiglia l’associazione Pro Loco di Cerreto Guidi, in accordo con l'amministrazione comunale ha deciso di annullare la giornata di Carnevale prevista per domenica 8 febbraio, rimandando la manifestazione a domenica prossima. Ma anche le varie associazioni culturali e sportive di Bassa hanno inviato messaggi di condoglianze alla famiglia Locci.
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Il medico. «Il periodo di incubazione è di 3-4 giorni. Ma noi per scrupolo abbiamo allargato la profilassi a tutti coloro che sono stati a stretto contatto con il ragazzino nell’ultima settimana. I sintomi? Febbre altissima, fino alla perdita di conoscenza». Paolo Filidei (nella foto) è il direttore dell’unità operativa prevenzione malattie trasmissibili dell’Asl11. La certezza è che una sepsi meningococcica si è portata via Giovanni Locci.
Ora c’è da capire di quale ceppo si tratta: «Per la meningite di tipo “C” - spiega il dottor Filidei - era vaccinato. Per quella di tipo “B” stiamo partendo ora con i vaccini per i nati a partire dal 1º gennaio 2014, oltre che per i soggetti a rischio». Poi esistono le vaccinazioni, a pagamento, anche per tutti gli altri ceppi, compresi quelli più nuovi, ma di solito vengono richieste soltanto da coloro che devono recarsi in zone a rischio.
Giovanni è arrivato all’ospedale di Empoli in condizioni disperate: «Purtroppo - conferma Filidei - non c’è stato niente da fare».
La psicosi. La notizia della morte di Giovanni Locci per una sepsi meningococcica ha fatto scattare la psicosi, con centinaia di persone che si sono rivoltre alle strutture sanitarie con il timore di un contagio. Fin dalle ore immediatamente successive al decesso del tredicenne, è stata messa in piedi una specie di “unità di crisi” per affrontare la situazione, con Comune, Asl (che ha messo a disposizione cinque medici) e forze dell’ordine che hanno lavorato in stretta collaborazione per affrontare una situazione delicata.
I familiari, gli insegnanti e i compagni di classe di Giovanni sono stati sottoposti a profilassi: si tratta di 81 persone che nell’ultima settimana sono state a stretto contatto con lo sfortunato tredicenne. Tuttavia, per cercare di dare la massima assistenza e informazione alla popolazione, l’Asl ha messo a disposizione tre ambulatori (due punti informativi e uno riservato alla somministrazione di farmaci) nel distretto di Cerreto Guidi, dove complessivamente si sono recate nella sola giornata di ieri oltre duecento per sone. Ma un centinaio di cittadini si sono recati direttamente all’ospedale San Giuseppe di viale Boccaccio a Empoli, per chiedere maggiori delucidazioni su quanto accaduto e sugli eventuali pericoli per la popolazione. Non solo: sono oltre trecento le telefonate ricevute dall’azienda sanitaria, sempre nella giornata di sabato, con richieste di informazioni sulla meningite.