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Cecina, ripascimento: «Facciamo cambiare la norma per usare la sabbia del fiume»

Cecina, ripascimento: «Facciamo cambiare la norma per usare la sabbia del fiume»<br type="_moz" />

Allarme del vice sindaco: «Siamo difronte a un paradosso»

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Cecina «Nel fiume Cecina abbiamo un milione di metri cubi di sabbie. Nel 2014, nell’ultima grande opera di ripascimento ne furono usati 400mila metri cubi. Insieme ai pennelli fu fatto anche questo grande intervento. Oggi per un intervento così dovremmo comprare la sabbia del Po spendendo 21 milioni di euro, un’infinità in più rispetto al passato. Il motivo?

Una legge del 2016 ha alzato i livelli nei pesanti all’interno delle sabbie ma il fiume Cecina, che nasce dalle colline metallifere ha più nichel e cromo di quanto consentito».

A lanciare l’allarme è il vice sindaco di Cecina Alessandro Bechini che chiede ai parlamentari locali, e in particolare a Chiara Tenerini che è di Cecina, di prendere in mano la situazione per ottenere una deroga o modificare la legge in modo che tenga conto di situazioni particolari come quella cecinese.

«Il fiume – entra nel dettaglio Bechini – ha dei livelli più alti di quelli previsti nel decreto. Questa roba non è pericolosa o dannosa per l’uomo. Noi abbiamo chilometri di analisi fatte negli ultimi 20 anni che dimostrano che questi metalli non vengono assorbiti dal corpo umano né sono tossici. Questa situazione da nove anni ci impedisce di dragare le sabbie del fiume Cecina e di portarle sulle spiagge. Per portare 4mila metri cubi di sabbia, acquistandola altrove, le sabbie del Po hanno un costo di 53 euro al metro cubo, e quindi dobbiamo spendere 20 milioni di euro. E’ un paradosso. Da un lato non riusciamo a fare il ripascimento perché non abbiamo la forza finanziaria per farlo, dall’altro non possiamo dragare ilfiume che sta insabbiando il porto».

Bechini spiega che non c’è «un inquinamento esterno ma il fiume nasce da luoghi che naturalmente hanno queste caratteristiche di fondo».

Il decreto ambiente da cambiare è il 173 del 2016. «Dobbiamo riuscire a fare lobby per modificare questo decreto che fissa criteri senza tenere conto della situazione naturale del fiume e che non riguarda solo il Cecina. Si tratta di un paradosso che dobbiamo risolvere. Anche perché potendo prendere la nostra sabbia basterebbe mettere una draga che spara la sabbia recuperata sulla spiaggia. Costerà un milione? Sicuramente molto, molto meno».

L’amministrazione comunale non nasconde la propria preoccupazione per la situazione perché difficilmente sarà possibile dare risposte agli operatori che chiedono il ripascimento delle spiagge (l’ultima domanda del genere è stata posta alla presentazione del progetto di riqualificazione delle Gorette) e perché negli anni non è mai stato possibile ottenere una deroga.

«Ci rendiamo conto che le spiagge sono formate dallo stesso materiale che si trova nel fiume? Sono parametri più alti di quelli previsti ma sono gli stessi da venti anni, gli stessi delle spiagge. Chiedo a Tenerini di lavorare con noi e con altri parlamentari per inserire una riga “fatti saldi i valori naturali di fondo”.

E così risolveremmo un problema che si trascina da anni e che aiuterebbe tutta l’area dal Tombolo sud fino alle Gorette».l

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