Commercio a Rosignano Solvay, la strada è senza ritorno: «Difficile rianimarci»
Sono sempre di più le saracinesche abbassate: «Chi ancora è aperto è sul filo del rasoio, troppa concorrenza»
ROSIGNANO. Non sta bene il commercio a Rosignano Solvay. Negozi che hanno abbassato le serrande e altri in odor di chiusura. Il corso lungo la via Aurelia dove fino a una quindicina di anni fa le vetrine si susseguivano una dietro l’altra, è solo un ricordo. Le vetrine si sono pian piano spente, a resistere i negozi storici che comunque camminano sul filo del rasoio.
La concorrenza delle vendite online che si fa sempre più feroce, i grandi supermercati a Rosignano ma anche nella vicina Cecina, i prezzi di affitto dei fondi commerciali, si combinano con scelte urbanistiche, viabilità e incentivi alle attività. E se a Cecina si cerca la via per ritirare su il commercio, a Rosignano la percezione è che ci si sia già arresi. E molte via raccontano la desolazione del commercio.
«Sarà molto difficile rianimare il commercio a Rosignano – dice Teddy Ticciati che ha lo storico negozio “Calzature Lida” che si affaccia sulla via Aurelia – troppi ormai i negozi chiusi. Non so quale potrebbe essere una ricetta per risollevare, almeno un po’, il settore. Certo rimane il problema della viabilità, della mancanza di parcheggi che non invitano le persone a venire a fare acquisti sulla via Aurelia e poi il problema del decoro urbano. Le vetrine si spengono ed il paese è sempre più triste».
«Il commercio è in crisi a Rosignano così come in altre realtà – dice Massimo Marzocchi anche lui proprietario di una storica attività di prodotti per orto e giardinaggio sulla via Aurelia – le persone acquistano sui siti online, si spostano per cercare supermercati con offerte. Il problema è che tutte le attività commerciali presenti, anche quelle storiche, camminano sul filo del rasoio, basta una scelta sbagliata, un cambio di viabilità per perdere quella piccola quantità di reddito che ci fa andare avanti. Basta poco per portare alla chiusura. I negozi storici, quelli conosciuti ormai da anni, hanno la propria clientela ma anche in questo caso dobbiamo sempre stare attenti. Figuriamoci quelli che decidono di partire dal nulla. Per loro è ancora più dura».
Anche secondo Marzocchi: «Non esistono ricette puntuali ma occorrerebbe avere una visione più ampia: sulla via Aurelia ci sono pochi parcheggi, molti senza disco orario e dunque occupati spesso dai residenti; occorrerebbe una politica sui prezzi degli affitti che coinvolga pensare ad incentivi per coloro che vogliano aprire nuove attività sul posto. Ed infine sondare la possibilità che a Rosignano aprano grandi catene che possano attrarre persone e giovani. I negozi chiudono, le vetrine si spengono e il paese, da una certa ora in poi, rimane al buio, nel degrado e con persone in giro non rassicuranti. È un serpente che si morde la coda».
Giovanna Soria da 30 anni ha il salone Parrucchieri Immagine proprio sulla via Aurelia: «Il commercio è stato gambizzato dalle vendite online, soprattutto l’abbigliamento. Ma chi acquista online dovrebbe stare attento alla qualità dei prodotti».
Poi il problema dei fondi commerciali e degli affitti: «i fondi commerciali sulla via Aurelia sono quasi tutti vecchi e da rimettere a nuovo ma i proprietari molto spesso non sono ben disposti e non investono per riqualificare. Le spese cadono dunque sugli affittuari e senza sconti di alcun genere. Si tratta di spese che vanno ad aggiungersi a quelle dell’apertura di una nuova attività. Gli affitti sono troppo spesso cari per i fondi piccoli che vengono proposti. Adesso ci sono disponibili anche fondi grandi e sarebbe un’idea portare a Rosignano grandi marche franchising che potrebbero attrarre persone ed acquirenti».
In piazza Monte alla Rena dove nel giro di due mesi hanno chiuso due attività la situazione non è migliore; eppure si tratta della zona a mare del paese, quella che turisticamente dovrebbe essere più attrattiva. «Le attività non ce la fanno più – dice Enrico Colombaioni del Piccolo Hotel – da una parte le vendite on line e la concorrenza dei supermercati, dall’altra la richiesta, da parte dei clienti, di una professionalità sempre maggiore da parte degli operatori commerciali. Certo è che quando si spengono le vetrine i luoghi diventano paesi dormitorio e tutto ciò è brutto da vedere e da vivere. Va un po’ meglio in estate».
Difficile trovare una ricetta: «Di sicuro occorrerebbe calmierare gli affitti dei fondi in alcuni casi davvero troppo alti soprattutto per chi apre una nuova attività e non sarebbe neppure sbagliato dare un aiuto a coloro che vorrebbero aprire un negozio».
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