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Erosione a Marina di Cecina, così il mare divora due metri di spiaggia all’anno. Che cos’è il progetto “Interreg Ammirare”

di Claudia Guarino
Erosione a Marina di Cecina, così il mare divora due metri di spiaggia all’anno. Che cos’è il progetto “Interreg Ammirare”

Per tamponare il problema entrano in campo anche i droni. Oltre al sistema atolli e al ripascimento è in corso un progetto volto alla ricostruzione della duna danneggiata

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MARINA DI CECINA. Ogni anno al Tombolo sud spariscono due metri di spiaggia. Perché questo significa – come fanno sapere dal Comune – che a sud «c’è stato un arretramento della linea di riva di oltre 100 metri negli ultimi 50 anni». Vedere il dato scritto nero su bianco fa impressione, anche se non fa altro che confermare quella che ormai è una certezza. Basta spuntare sulla spiaggia attraverso la pineta per rendersene conto. E per riuscire ad arginare il fenomeno si cerca ogni strada. Ecco, dunque, che esiste un progetto per la creazione di altri atolli e quello per il ripascimento periodico dell’arenile. Ed ecco anche il piano, attualmente in atto, per mappare il litorale con i droni – via terra e via mare – e per “ricostruire” le dune proprio in funzione anti-erosione.

Droni e dune

II cuore del progetto in questione – che si chiama Interreg Ammirare, è finanziato con fondi europei Interreg Italia Francia Marittimo ed è coordinato da Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – è stato avviato qualche mese fa e vede Cecina come sito pilota per la Toscana. Al programma lavorano anche l’università di Pisa, quella di Firenze e l’Ispra oltre a esserci una partecipazione diretta della Regione Toscana, che coordina l’attività. Le ricerche si concentrano sulle Gorette e sul Tombolo sud. Per monitorare la linea di costa vengono appunto utilizzati i droni, che permettono dei focus sulla presenza di posidonia e sugli effetti degli atolli sommersi per valutare la stabilità dei fronti a due anni dall’installazione. Oltre al monitoraggio, è prevista anche la ricostituzione della duna, cioè del tratto che l’erosione ha divorato, con ingegneria naturalistica in corrispondenza dei tre atolli già realizzati. Sostanzialmente si tratta di rimpolpare la duna partendo dalla base di elementi naturali. Dei rilievi con i droni si occupano l’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e l’università di Firenze. L’università di Pisa, con il supporto della Regione Toscana e del Comune di Cecina, invece, si occupa invece dell’intervento sulle dune attraverso la piantumazione di specie autoctone al fine di aumentarne la resilienza alle mareggiate e all’erosione costiera.

Perché Cecina

«Per Cecina è molto importante essere sito pilota in questo progetto – sottolinea il vicesindaco Alessandro Bechini – perché mette a disposizione di questo territorio competenze universitarie e professionali e ci consente di ottenere alla fine un quadro conoscitivo, indagini e progetti con i quali poter intercettare i finanziamenti necessari a fare interventi di difesa della costa e contrasto all’erosione». Come sito toscano di progetto è stata scelta Cecina proprio per i suoi annosi problemi di erosione. «La costa cecinese – fanno sapere dal Comune – è suddivisa in due aree. La parte a nord del fiume Cecina, che è caratterizzata da una forte presenza di posidonia oceanica spiaggiata, che rappresenta spesso un problema di gestione per gli stabilimenti balneari e i fruitori della spiaggia, specialmente durante le mareggiate intense».

Sos erosione

«La parte di costa a sud del fiume, invece, è colpita da una forte erosione che ha causato un arretramento della linea di riva di più di 100 metri negli ultimi 50 anni, lasciando un solo piccolo tratto di spiaggia. Attraverso l’implementazione di tecniche sperimentali, il progetto ambisce ad accrescere, appunto, la resilienza del sistema spiaggia cecinese». Il tutto con il coinvolgimento di istituzioni, soggetti economici e associazioni, che regolarmente vengono coinvolti in incontri a tema al fine di essere informati sullo stato del progetto.

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