Il Tirreno

La tragedia

«Non deve stare in ospedale». E muore dopo alcuni giorni: il caso a Cecina

di Ilenia Reali

	L'ospedale di Cecina
L'ospedale di Cecina

La donna era stata trasferita nella struttura di comunità

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CECINA. È stata dimessa dal reparto di medicina per essere trasferita in ospedale di comunità. La famiglia non era d’accordo e ha chiesto più volte di riportarla in reparto. Il 3 gennaio la figlia è tornata al pronto soccorso ma la donna, 77 anni, è stata rinviata nella struttura di comunità fino a quando, qualche giorno fa, è stata di nuovo ricoverata. «A quel punto però mamma era già fortemente debilitata ed è morta». A raccontare l’episodio è la figlia di Manuela De Leo, Federica Toncelli di Cecina. Lo fa dalla sala mortuaria dove la sua mamma è esposta da poche ore, lo fa stravolta dal dolore ma anche dalla rabbia.

Per lei la morte della madre «poteva essere evitata e non lo è stata» perché «le strutture ospedaliere non sono più in grado di garantire le cure necessarie». «Ho avuto chiaro – aggiunge la donna – che avevamo bisogno di liberare letti del reparto di medicina. Mia madre non me la restituirà nessuno ma farò la denuncia per chiarire cosa è accaduto».

L’azienda sanitaria Toscana Nord Ovest contattata ha preferito prendere tempo «per fare tutte le verifiche del caso».

«Mia madre – racconta – è stata ricoverata il 21 dicembre per un sospetto tumore del sangue. Ancora oggi non esiste però il responso della biopsia. È stata quindi trasferita in casa di comunità. Non è stato chiamato neppure un ematologo per farla visitare. Sapevamo che era una situazione complicata ma che fosse così grave lo abbiamo saputo il 6 gennaio».

«Quando era ricoverata in medicina – racconta la donna – era stata stabilizzata ma non era da dimettere. Ho capito che non potevano tenerla lì e per questo l’hanno inviata nell’ospedale di comunità. Io avevo richiesto che fosse almeno ricoverata alle cure intermedie di Volterra ma mi hanno risposto che non c’era posto e che rischiavo di perdere il posto anche l’ospedale di comunità». Era il 3 gennaio in base al racconto della figlia quando le condizioni della donna hanno preso a peggiorare ulteriormente. «Mamma stava sempre peggio, il medico di famiglia è venuto per le terapie ma non era sufficiente. Ho fatto di tutto, mi sono arrabbiata. Ho portato la mamma al pronto soccorso ma mi hanno detto che non aveva bisogno di cure ospedaliere ed è stata riportata in ospedale di comunità. Bravissimi, hanno chiamato il responsabile di medicina che quindi ha provveduto al nuovo ricovero. In tanti medici si sono mossi per farla ricoverare ma quando è arrivata in reparto era tardi. Mamma, “che non aveva bisogno di cure ospedaliere”, è morta questa mattina (ieri ndr) ».

«Non credo sia accettabile che le persone debbano morire senza poter contare sull’assistenza medica ospedaliera. Quando dal pronto soccorso è stata rimandata indietro ed io insistevo dicendo che sarei tornata nuovamente perché mamma stava troppo male, mi hanno detto “se si diverte così”».

La salma di Daniela De Leo, ex dipendente pubblica (in Regione e in Provincia), si trova nella sala delle onoranze funebri Santini e oggi alle 10,15 riceverà lì una benedizione. «Non farò fare l’autopsia – dice la figlia – ma voglio accertare cosa è successo». 

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