Il Tirreno

L’intervista

Alzheimer, sempre più malati: «L’età di chi viene colpito diminuisce, si può fare prevenzione»

di Cecilia Morello
Alzheimer, sempre più malati: «L’età di chi viene colpito diminuisce, si può fare prevenzione»

La presidente dell’associazione Aima, Paola Giuntoli, lancia l’allarme

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Sempre di più e soprattutto sempre più giovani. La diffusione dell’Alzheimer assume, anche a Rosignano, sempre più i contorni di un’emergenza, sociale oltre che sanitaria. A lanciare l’allarme è la presidente di Aima Costa Etrusca Paola Giuntoli, un’associazione nata con l’obiettivo di dare voce alle necessità delle persone e delle famiglie che convivono con questa terribile malattia e migliorare la qualità della loro vita e che coglie l'occasione offerta dal mese mondiale dell'Alzheimer, settembre, per rompere i tabù. «Si tratta di una malattia che investe la famiglia a 360 gradi, dal punto di vista economico, sociale, relazionale, emotivo. Quello che facciamo è volto a vincere lo stigma che accompagna l’Alzheimer, affinché la famiglia possa ancora avere una vita sociale e relazionale e non si senta sola nelle tante difficoltà che si trova quotidianamente ad affrontare» spiega Giuntoli. «I sintomi possono variare molto da soggetto a soggetto. Il sintomo più precoce a cui bisogna prestare attenzione è, di solito ma non sempre, la perdita di memoria, che diventa con il passare del tempo sempre più importante. In seguito solitamente compaiono altri disturbi come la difficoltà nell’eseguire le normali attività quotidiane, con conseguente perdita dell’autonomia, disturbi e impoverimento del linguaggio, disorientamento spaziale e temporale. Complice anche il fatto che si ammalano di Alzheimer persone sempre più giovani, sessantenni anche, riscontriamo spesso la difficoltà della famiglia nell’accettarlo».

Presidente, chi bussa alla porta della vostra associazione, e della nuova sede in via Amendola, cosa cerca?

« Sostegno, informazioni. Abbiamo uno sportello di ascolto, gruppi di mutuo aiuto gestiti da professional counselor, ma organizziamo anche corsi di formazione e informazione rivolti a tutti coloro che gravitano intorno a persone con questo tipo di disturbi».

E per la persona a cui viene diagnosticata la malattia di Alzheimer?

«Per loro la socializzazione continua ad essere molto importante. Abbiamo in corso un progetto finanziato dal Comune di Rosignano Marittimo, “Incontriamoci al Caffè”, che vede la presenza costante ogni giovedì di oltre 50 persone, fra anziani del territorio e non solo, persone malate, sempre comunque nell’ottica dell’inclusione e del ben- essere. Ci ospita il circolo Arci Le Pescine perché siamo così tanti che nella nostra sede non avevamo abbastanza spazio. Portiamo avanti anche un laboratorio, grazie al contributo della Fondazione Livorno, “Amarcord: Arte e Scienza per ricordare e socializzare” in rete con Amal Livorno, che ci ha dato la possibilità di avvicinare i nostri anziani fragili ai luoghi della cultura. Grazie alla collaborazione con molte realtà culturali del territorio e non solo, sono stati proposti laboratori di arte terapia, danza terapia movimento, recupero memorie passate e narrazione poetica.

Fate corsi anche nella vostra sede?

«A seguito di corsi promossi dalla Regione Toscana siamo entrati a far parte della rete Mta (Musei toscani per l’Alzheimer) diventandone operatori formati e riconosciuti. E nella nostra nuova sede proponiamo attività specifiche e percorsi terapeutici che coinvolgono gruppi più piccoli di persone: facciamo stimolazione cognitiva, attività motoria, musicoterapia, terapia occupazionale, tecniche di rilassamento, scrittura creativa, cura del Sé, laboratori di cucina, Pet Therapy… Esistono terapie non farmacologiche innovative come la Stanza Multisensoriale e la Doll Therapy (la terapia delle bambole), terapie alternative poco conosciute ma di alto valore, che favoriscono il benessere della persona cercando di diminuire i disturbi comportamentali. Sono attività che servono anche ai familiari, a far trovare nuove chiavi di interazione e comunicazione con il loro caro».

Si può parlare anche di prevenzione?

«Certo, anzi, dobbiamo. Al giorno d’oggi, purtroppo, non esiste alcun tipo di cura che eviti lo sviluppo della malattia di Alzheimer, ma noi crediamo che sia molto importante la prevenzione, adottare degli stili di vita che permettano un invecchiamento attivo: una dieta equilibrata, unita ad attività fisica e a un’appropriata stimolazione cognitiva sono considerati tutte strategie a favore del benessere cerebrale e cognitivo e tanta tantissima socializzazione».

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