Il Tirreno

Il reportage

Cocaina anche a colazione: ecco i take away della droga nei boschi in Valdicecina

di Ilenia Reali
Via Cecinese Casale Marittimo
Via Cecinese Casale Marittimo

Spacciano nascondendosi nei boschi, escono con un fischio e consegnano le dosi Arresti e controlli non arginano lo spaccio. I sindaci: «Abbiamo provato di tutto»

27 settembre 2024
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Un fischio, due fischi. Ma anche un urlo ben assestato. Dal bosco esce un uomo, semicoperto dalle frasche. A quel punto è sufficiente scendere dall’auto, dire l’importo che si vuol spendere – bastano anche 20 euro – e ritirare la cocaina corrispondente. Una scena che si ripete centinaia di volte al giorno sulle colline dei Comuni compresi tra Pisa e Livorno: Riparbella, Montescudaio, Casale Marittimo.

È sufficiente allontanarsi di qualche chilometro da Cecina dove un paio di mesi fa c’è stato l’ultimo arresto, in via Curtatone (in località Magona) per cominciare quello che sembra un percorso del take away della droga. Piazzola dopo piazzola, curva dopo cura va in scena quello che è un vero mercato all’aperto dello spaccio. Detto così sembra quasi una cosa do poco ma in realtà è un problema con cui i comuni collinari si confrontano da anni senza soluzione

. Inutili gli arresti, i controlli, gli appostamenti e perfino le campagne dei residenti con tagli e pulizie dei boschi. Arrestato uno spacciatore, ne arriva un altro, spostandosi di qualche centinaio di metri.

I pusher sono invisibili. Sembrano uomini di antiche tribù della foresta, nascosti alla vista si materializzano solo davanti ai clienti, sempre più giovani, in un rapido scambio tra contanti e droga. Cocaina perlopiù.

Gli stupefacenti sono nascosti nelle radure che i pusher, giovani nordafricani sfruttati e senza documenti, attraversano aiutandosi con coltelli e machete (usati anche per minacciare chi volesse aggredirli) . In caso di arresto le dosi che si trovano sono sempre un numero limitato, al massimo 100-150 involucri. Quantità che può essere abbandonata facilmente dandosi alla fuga. Finora lo scambio di droga era sempre avvenuto a partire dal pomeriggio, ieri, in un viaggio fatto dal Tirreno già dalla mattina lungo le tappe dello spaccio c’erano spacciatori e anche qualche cliente.

Un oggetto colorato, una maglietta rossa in una delle piazzole, era probabilmente il segnale che il “negozio” era già aperto. Quindi il fischio, il volto che si affaccia tra le foglie e l’invito a scendere dall’auto per acquistare.

Un po’tutti da queste parti sanno come si acquista: lungo il bosco, gli spacciatori si nascondono in prossimità delle piazzole, meglio se ci sono cancelli che impediscono in caso di controllo e di aggressioni di scavalcare. In tempi rapidi mentre la mano entra ed esce dagli scacchi delle reti avviene il passaggio.

Negli anni forze dell’ordine e gli amministratori hanno fatto di tutto nel tentativo di arginare lo spaccio ma niente, finora, ha funzionato. Lo dice in modo chiarissimo il sindaco di Montescudaio Loris Caprai. «Per noi è un problema enorme che va avanti da anni. Abbiamo fatto davvero di tutto in un rapporto strettissimo con l’arma dei carabinieri che è intervenuta più e più volte con arresti e fermando i clienti. Abbiamo perfino fatto tagliare i boschi per diradare le radure ma sono chilometri e chilometri e si spostano. La sensazione è quella di avere armi spuntate. Forse con blitz continui con i cani antidroga: ma sono interventi che non possono essere fatti né a livello locale né provinciale. E comunque finora sono sempre tornati».

Un concetto che ripete anche la sindaca di Casale Marittimo, Claudia Manzi.

«Abbiamo fatto riunioni continue: in prefettura, con le forze dell’ordine. È stato fatto anche un ottimo lavoro: controlli, arresti, controlli sui fruitori. Il problema è che nel bosco non si riesce mai a trovare grandi quantitativi di droga. Ai fruitori sono state tolte anche le patenti ma non esagero se dico che poi andavano in bici, in monopattino e perfino a piedi. Per noi e i residenti è un situazione terribile. Abbiamo anche fatto gruppi che vanno a ripulire i boschi dai bivacchi ma otteniamo solo che si spostino da un luogo all’altro, in un percorso a tappe che non ferma affatto il mercato della droga».

Lo smercio è talmente “al minuto” che tra i residenti si racconta che i clienti abituati sembrano anche pagare con alimenti, acqua, batterie che rubano per permettere di ricaricare i cellulari attraverso cui passa una parte dello spaccio. «Ci sono pusher – racconta che abita in zona – che trascorrono ore e ore dentro il bosco. Prima venivano accompagnati la mattina, sembra da incensurati e con le auto assicurate in modo da non destare sospetti e poi ripresi la sera. Adesso invece c’è anche chi resta la notte».

Per essere pronti. Fin dalla mattina.
 

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