Il Tirreno

“Iaia”, un centro contro la violenza nel nome di Ilaria Leone

di Divina Vitale
“Iaia”, un centro contro la violenza nel nome di Ilaria Leone

Inaugurato a Donoratico dalla mamma della ragazza stuprata e uccisa «Vogliamo dare una speranza a tante altre donne»

06 aprile 2014
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É stato inaugurato a Donoratico lo sportello di ascolto Iaia, quasi un anno dopo la morte violenta di Ilaria Leone, la diciannovenne uccisa e abbandonata in un oliveto a Castagneto Carducci.

Il coraggio e la determinazione della madre di Ilaria, Rosaria Cariano si è unita a molte donne del comune che hanno voluto dar vita prima all’associazione e poi ad un punto concreto di incontro, in aiuto alle donne che subiscono violenza e hanno difficoltà ad aprirsi. Un taglio del nastro vissuto con emozione dalla Cariano che ha ricordato la figlia, oggi più che mai.

Nella stanza con la fascia viola simbolo dell'associazione Iaia è presente anche la foto di Ilaria, come stimolo e punto di partenza per una lotta al femminicidio. «Finalmente – ha detto – si concretizza questo centro per non dimenticare Ilaria, per dar speranza, nella tragedia, ad altre donne. Oggi più che mai la penso, la cerco, è come se la volessi qui accanto a me. Siamo vicini alla vigilia della scomparsa e mi sembra ieri. Non smetterò mai di aspettarla».

La sede si trova in via della Repubblica 15 a Donoratico e sarà aperta il lunedì (15.30-17.30) e il venerdì (17-19) o su appuntamento chiamando il 3246187613.

Il servizio fornirà assistenza legale e psicologica professionale. «E’ il primo traguardo – aggiunge Maria Letizia Bussotti, portavoce dell’associazione – raggiunto in un tempo piuttosto breve considerando le lungaggini burocratiche. Con questo centro vogliamo lottare per il futuro e l’obiettivo finale è quello di ottenere una casa di accoglienza protetta perché una donna possa sentirsi tutelata». «Spesso - continua Bussotti - è facilmente ricattabile dal proprio carnefice e impiega molto tempo per liberarsene e fare denuncia».

«Inoltre – continua – Livorno a parte, nel nostro territorio non ci sono altri centri e urge rispondere all’emergenza sempre più frequente, altrimenti si vanifica lo sforzo di tante donne schierate e attive come noi. Sono tante le iniziative che vogliamo promuovere soprattutto nelle scuole per lottare contro la violenza di genere. E’ necessario creare una rete attiva con le forze dell’ordine e di assistenza sociale e di pronto soccorso. Il collegamento attivo sul territorio è alla base di tutto».

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