Il sogno finito nel cassetto
di ANTONIO VALENTINI Si dirà che sì, è un'area transennata in attesa di diventare cantiere aperto. Che la stretta finanziaria blocca i lavori, congela i progetti e divora le idee. Che dopotutto...
di ANTONIO VALENTINI
Si dirà che sì, è un'area transennata in attesa di diventare cantiere aperto. Che la stretta finanziaria blocca i lavori, congela i progetti e divora le idee. Che dopotutto costituisce l’esatto paradigma del declino italiano. Ma niente attenua il senso di profondo disagio nel vedere un patrimonio pubblico lasciato andare tanto alla malora. Le foto dell’Arena della Terrazza dei Tirreni, che pure negli anni ’90 fu restaurata per simboleggiare l’orgoglio turistico cittadino, sono un pugno allo stomaco, anzi in pieno volto, tanto danno idea di come sia cambiata la fisionomia di quel luogo.
E pensare che quando la ristrutturazione fu conclusa, molti storsero la bocca. Non piaceva, quella Terrazza dei Tirreni che fin dal nome sembrava usurpare il vecchio Circolo Forestieri, nato sulle ceneri del precedente Cri-Cri, come nel Dopoguerra fu ribattezzata la colonia fascista edificata nel 1937. Non piaceva perché squadrava il perimetro dell’edificio originario a pietre facciavista, lo banalizzava con pareti ad angolo retto anziché curve, «tali da riprodurre simbolicamente la lettera “B” con senso contrapposto che volevano significare il nome “Benito” di Mussolini», scrive lo storico Ilio Nencini nel suo volume “Marina di Cecina” (edizioni Ets, 2009). Ma se anche l’intervento peggiorava il corpo originario, col passare del tempo l’occhio finì per abituarsi alla tensostruttura, complici le rassicurazioni che l’arena sarebbe stata il cuore pulsante del turismo cecinese, fatto pure di cinema, teatro e cultura per bilanciare mare, pinete e cibi buoni.
Pare un secolo fa, eppure son passati vent’anni. Chissà cosa avrebbero da dire, di fronte all’abbandono, quanti criticarono l’intervento degli anni ’90. Neppure troverebbero le parole per commentare tale e tanto depauperamento del pubblico patrimonio.
@amvalentini
©RIPRODUZIONE RISERVATA