Il Tirreno

Versilia

Ceccarini: questo Seravezza modello di organizzazione

Piero Ceccarini
Piero Ceccarini

L’ex arbitro internazionale nello staff verdeazzurro

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SERAVEZZA. In un Seravezza che ha cambiato molto in termini di giocatori, c’è anche spazio per una novità che non è passata inosservata. Ovvero l’arrivo dell’ex arbitro internazionale Piero Ceccarini che riveste il ruolo di addetto stampa e responsabile Rapporti istituzionali. Che fa il paio con l’arrivo in verdeazzurro di Marcello Puccini che è entrato a far parte del cda.

Piero Ceccarini, livornese, classe 1953, arbitro internazionale, in particolare negli anni ’90 è ricordato per essere il direttore di gara della famosa partita del 1998 quando non concesse il rigore all’Inter nel big match con la Juventus per il fallo di Juliano su Ronaldo e successivamente concedendo il rigore alla Juventus. Dopo il suo ritiro dai campi dai gioco, passò a ruoli di direzione nell’Associazione arbitri per poi passare lo scorso anno al Cenaia come dirigente addetto ai rapporti con la stampa nella sfortunata stagione che ha portato i pisani alla retrocessione al primo anno di serie D. La scelta del presidente Vannucci di portarlo in società fa parte di una strategia di potenziamento della società con un nuovo responsabile della segreteria nella figura di Gianluca Bondielli che seguirà le squadre giovanili, lasciando alla insostituibile Susy Pieroni la segreteria della Prima squadra.

Ceccarini ha una grande esperienza nel mondo del calcio e dei meccanismi che lo governano: «Arrivo a questa esperienza con grande felicità e anche con emozione – ha detto – ci siamo incontrati con il presidente Vannucci e ne abbiamo apprezzato il progetto sportivo, ma anche l’idea di costruire una società che possa essere un modello di organizzazione. Ci sono già gli ottimi presupposti su cui lavorare, ma si può fare meglio nella gestione e valorizzazione degli spazi dello stadio, anche se molto è stato fatto. In questa società ho trovato la voglia di crescere. Cosa posso portare io al Seravezza Pozzi? Innanzitutto, la mia decennale esperienza nel mondo del calcio nei diversi ruoli che ho ricoperto e la visione di tante piazze con cui sono entrato in diverso modo a contatto. Devo dire che poche società in serie D hanno una foresteria per accogliere i giocatori che vengono da più lontano, ottimizzando le spese di gestione e da questo punto di vista il Seravezza è già un modello di organizzazione. Si può limare qualcosa ancora per migliorare un progetto che sta già dando dei risultati».
 

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