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Rossoblù tra amarezza e orgoglio: «Ci siamo battuti fino all’ultimo»

di Giacomo Corsetti
Rossoblù tra amarezza e orgoglio: «Ci siamo battuti fino all’ultimo»

De Gerone: guardiamo il bicchiere mezzo pieno, soprattutto per il futuro

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FORTE DEI MARMI.  Amarezza ma anche tanto orgoglio tra le file del Forte dei Marmi all'indomani della sconfitta in gara-4 della finale playoff che ha consegnato lo scudetto al Trissino di Bertolucci, il secondo consecutivo, il terzo nella storia della società veneta. Un esito che rende comunque più che positiva la stagione dei fortemarmini, dopo un lungo periodo altalenante, tra dicembre e marzo, che aveva fatto temere il peggio. «Ci tenevamo – commenta il tecnico del Forte dei Marmi Mirco De Gerone – a chiudere la stagione con una vittoria davanti al nostro pubblico, che nell’ultimo periodo è stato davvero un’arma in più per noi e ci ha fatto tirare fuori tutto quello che avevamo, e quindi c’è questa amarezza che non va a premiare i nostri sforzi. Abbiamo però anche tanto orgoglio per avere rimesso in piedi una stagione che a un certo punto sembrava catastrofica, portando a battagliare fino all’ultimo secondo una squadra molto forte e competitiva che negli ultimi due anni ha dominato il campionato. Ringrazio i ragazzi che sono stati esemplari e professionali al 100 per cento e poi ovviamente un ringraziamento va alla società e a tutto lo staff». Quello che è mancato nell'ultima sfida contro i veneti, secondo De Gerone, è stata «una migliore gestione quando eravamo in vantaggio 2 a 0. Dovevamo continuare a giocare come all’inizio perché mai come nella prima parte della partita eravamo meritatamente avanti al Trissino. Abbiamo avuto un paio di sbavature difensive e loro sono una formazione molto preparata e cinica. Penso poi che abbiano trovato il vantaggio con un pizzico di fortuna visto che la conclusione di Cocco è stata anche deviata da un parastinco, e viceversa Zampoli ha compiuto un intervento importante su Pedro Gil all’ultimo secondo. Non ci sono molte recriminazioni da fare. Dobbiamo guardare anche il bicchiere mezzo pieno, soprattutto per il futuro». Una serie di finale che è svoltata in gara-2, quando il Forte dei Marmi non è riuscito a gestire un vantaggio di 4 a 2 sul parquet rivale, subendo poi la rimonta vincente del Trissino: «Contro queste squadre – continua De Gerone – non ti puoi permettere nessun errore o un momento di rilassamento. L’assenza di Gual di gara-3 ci ha ricaricato di stanchezza perché le rotazioni sono state minori e ci ha dato un maggior disturbo psicologico che non ci voleva. Detto questo va detto che il Trissino ha meritato lo scudetto, sarebbe stupido dire il contrario. Hanno dominato la regular season e hanno anche mostrato la loro forza ai playoff. Facciamo i complimenti a loro perché si sono meritati il tricolore in pista». Ma quale è stato il momento in cui si è capito che il Forte dei Marmi sarebbe arrivato fino a una finale che a febbraio sembrava improbabile? «Il periodo – conclude il tecnico rossoblù – che mi ha dato la sensazione che stavamo percorrendo la strada giusta è stato quando abbiamo passato il turno contro il Follonica, perché incontravamo il peggior cliente di tutti i playoff dal momento che loro sono una squadra molto cinica e messa bene in campo, e poi in casa sono quasi imbattibili. Dopo quella serie abbiamo tutti preso coscienza che questa squadra poteva arrivare fino in fondo. È stato questo per me il momento clou». 

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