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Spiagge all’asta, gli indennizzi ai balneari: le possibili modifiche al decreto

di Donatella Francesconi
Spiagge all’asta, gli indennizzi ai balneari: le possibili modifiche al decreto

Il parlamentare viareggino Riccardo Zucconi spiega il contenuto degli emendamenti presentati

06 ottobre 2024
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VIAREGGIO. Indennizzi per le imprese balneari che entro il 2027 dovranno affrontare le aste, come da decreto infrazioni approvato dal consiglio dei ministri il 4 settembre scorso, sono le ultime settimane utili per le modifiche in sede di conversione in legge dello stesso decreto. Fratelli d’Italia, con il viareggino Riccardo Zucconi e i colleghi parlamentari Alice Buonguerrieri, Nicole Matteoni, Saverio Congedo, Maria Carolina Varchi, ha presentato una serie di emendamenti.

Tra i più significativi quello relativo al calcolo degli indennizzi previsti dal decreto che garantisce al concessionario uscente «un’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni». L’emendamento presentato da Riccardo Zucconi prevede che la dicitura «negli ultimi cinque anni» sia «eliminata».

Il parlamentare di Fratelli d’Italia spiega al Tirreno la valutazione che ha portato a presentare l’emendamento: «Negli ultimi 5 anni, tra pandemia da covid e spettro Bolkestein e relativa aste nessun balneare ha investito in maniera significativa sulla propria attività. Quello calcolato sui cinque anni, insomma, non è indennizzo. E non è accettabile. Ho chiesto che sia eliminato il riferimento agli ultimi 5 anni perché è restrittivo».

Ma non solo, aggiunge il deputato di Fratelli d’Italia sulla base della realtà delle imprese balneari: «Ci sono stabilimenti balneari che stanno ancora pagando mutui di anni fa: chi glieli ridà quei soldi lì? Non si possono mandare a spasso famiglie che di questo vivono, con un capofamiglia che ha 60-70 anni e i figli che ne hanno 40. Queste sono persone che un altro lavoro non lo trovano più».

Un altro degli emendamenti presentati (a firma Zucconi, Buonguerrieri, Matteoni) prevede che il calcolo degli indennizzi venga effettuato prendendo a riferimento il valore di «immobilizzazioni materiali e immateriali e il valore aziendale dell’impresa». E non «pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione», come previsto dal decreto infrazioni.

Zucconi spiega: «Chiediamo che venga preso a riferimento il valore dell’azienda». In base al presupposto che Zucconi così sintetizza: «Se non fosse stabilito il principio di un indennizzo fondato su solide basi, la legge finirebbe per essere seriamente in contrasto con l’articolo articolo 42 della Costituzione italiana, là dove viene stabilito che lo Stato riconosce la proprietà privata e la tutela. E tutto ciò che è stato costituito sulle concessioni demaniali è innegabilmente proprietà privata».

Tra gli emendamenti presentati anche quello relativo al fatto che «al medesimo offerente non possono essere rilasciate più di due concessioni su tutto il territorio nazionale. Sono computate nel novero delle concessioni di cui al periodo precedente quelle già assegnate all’entrata in vigore della presente legge».

Questo, continua Riccardo Zucconi che dell’emendamento è il solo firmatario, «per evitare che arrivino le multinazionali a fare il supermercato della balneazione».

La prossima settimana – così Zucconi sintetizza il calendario per arrivare alla conversione in legge – «è già previsto il passaggio per l’ammissibilità degli emendamenti presentati al decreto che, tra tutte le forze politiche, sono 200. La settimana dopo si chiude col voto in commissione e poi subito in aula, perché il provvedimento deve andare al voto del Senato. E ci sono 60 giorni per la conversione in legge».

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