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Viareggio non è a misura d’impresa, le aziende: «Meno burocrazia subito»

di Donatella Francesconi
Viareggio non è a misura d’impresa, le aziende: «Meno burocrazia subito»

Le risposte al questionario del processo partecipativo al Piano strutturale

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VIAREGGIO. Nuovo Piano strutturale, sono state 38 le imprese viareggine che hanno completato il questionario proposto all’interno del Processo partecipativo che è parte dell’iter di redazione del nuovo strumento urbanistico che sarà firmato dall’architetto Stefano Boeri. Quattordici di queste operano nei settori ricettività e ristorazione (36,8%). Per il 44,7% si tratta di imprese che esistono da più di 30 anni, con un numero di dipendenti da zero a 9 per il 76,3% di coloro che hanno compilato i questionari.

Alla domanda proposta in merito a quali siano le principali criticità oggi presenti a Viareggio e che vanno affrontate subito, il 47,4% ha risposto «il sistema dei parcheggi (disponibilità, distribuzione)», mentre per il 42,1% il problema è «la rete stradale (distribuzione, manutenzione)». A seguire (36, 8%) i servizi offerti ai turisti e la promozione del territorio.

Analizzando – come proposto dal questionario – le principali opportunità oggi presenti a Viareggio che devono essere valorizzate subito – per il 73,7% la risposta è «le potenzialità turistiche».

Alla domanda «Viareggio è un territorio “a misura di imprese”? », per il 71,1% delle imprese che hanno aderito al questionario, la risposta è no.

L’analisi dei questionari porta i promotori della iniziativa a sintetizzare queste considerazioni: «Gli imprenditori evidenziano soprattutto sfide complesse e frustrazioni. Le critiche si concentrano principalmente su problemi infrastrutturali, come la difficoltà di mobilità e viabilità, oltre a una generale inefficienza burocratica. Viene sottolineato un limitato supporto amministrativo e un mancanza di visione strategica per lo sviluppo economico. L’insicurezza e l’ancor spiccata stagionalità sono visti come limiti significativi».

Le imprese, in particolare, lamentano: «Burocrazia eccessiva e mancanza di sinergie pubblico/privato; difficoltà nel dialogo con i diversi Enti pubblici; la mancanza di visione strategica per lo sviluppo economico; problemi di mobilità e viabilità inadeguata; assenza di promozione turistica e iniziative locali nel fuori stagione; scarsa collaborazione fra settori economici; manutenzione urbana inadeguata e percezione di insicurezza; mancanza di servizi essenziali come aree congressuali e sportive; elevati oneri pubblici senza benefici paritetici; restrizioni eccessive per le attività commerciali e turistiche».

Al quesito che chiede di valutare «dal punto di vista di una impresa, quali interventi l’amministrazione comunale dovrebbe mettere in campo per aumentare qualità, attrattività e competitività di Viareggio», il 40% delle imprese ha risposto: «Miglioramento della qualità urbana».

Da ottenersi attraverso i seguenti interventi: «Potenziare e mantenere il decoro urbano, con particolare attenzione alle aree verdi e agli spazi pubblici; assicurare una pulizia costante della città per promuovere un’immagine pulita e ordinata; migliorare le infrastrutture e sviluppare nuovi parcheggi e vie di accesso per facilitare la mobilità; promuovere il recupero e l’utilizzo degli edifici pubblici dismessi per attività culturali e comunitarie; incrementare la sicurezza pubblica per garantire un ambiente sicuro per tutti».

Il tema della sicurezza viene posto tra quelli primari, dunque, per le aziende che operano a Viareggio. Su questo fronte, le richieste delle imprese che hanno compilato i questionari sono così sintetizzate: «Incrementare la sicurezza e migliorare il decoro urbano di Viareggio per creare un ambiente più accogliente e sicuro, che promuova il dinamismo economico e migliori la qualità della vita, di abitanti, lavoratori, visitatori».

Il 20% dei questionari chiede, inoltre, «organizzazione di eventi che attraggano visitatori durante tutto l’anno; maggiore visibilità e promozione per le imprese locali; supporto per manifestazioni e concerti; riqualificazione di aree urbane, come l’ex teatro Politeama e piazza D’Azeglio».

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