Il Tirreno

Versilia

Le indagini

Incidente a Lido di Camaiore, l’investitrice dice di non ricordare nulla. Il neurologo: «Ecco cosa può essere successo»

di Matteo Tuccini

	Katia Pereira Da Silva e l’auto accartocciata dopo l’impatto finale
Katia Pereira Da Silva e l’auto accartocciata dopo l’impatto finale

Katia Pereira Da Silva è ai domiciliari dopo aver investito sei persone, uccidendone due. Il parere del professor Ubaldo Bonuccelli sulle ipotesi del malore

21 settembre 2024
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LIDO DI CAMAIORE. Dice di provare dolore e cordoglio nei confronti dei familiari delle vittime. E continua a non capacitarsi «di come possa aver fatto tutto questo». C’è come un vuoto nella mente di Katia Pereira Da Silva, 44enne residente a Viareggio agli arresti domiciliari dopo aver investito sei persone, uccidendone due, a Lido di Camaiore.

La donna sarà sottoposta a breve a una visita medica neurologica, per accertare le sue condizioni e capire se possa esserci una motivazione clinica di quanto accaduto mercoledì sera in via Italica. Per quanto riguarda gli accertamenti sulla sua auto, e in generale sull’incidente, saranno i periti a fare tutti gli esami tecnici del caso. Ma al momento sembra esclusa, o quantomeno assai remota, l’ipotesi di un guasto meccanico alla base della corsa impazzita della Mercedes modello Gla, che ha lasciato senza vita sul selciato due giovani studentesse tedesche: Jasmine Bousnina, 18 anni, e Elis Dönmez, 17. La difesa della donna, assistita dagli avvocati Massimo Landi e Nicola Bonuccelli, ha nominato un consulente tecnico di parte, Nicola Bartolini, per l’esame sull’auto e sulla dinamica. Lo stesso avvocato Landi esclude che la sua assistita abbia avuto problemi in passato con la patente, affermando che «aveva sempre guidato l’auto senza alcun problema, né difficoltà». Visti i risultati negativi dei test tossicologici, secondo la difesa è necessario approfondire il black-out nella mente dell’investitrice, che sostiene di non ricordare nulla: anche l’amica, che era al suo fianco nell’auto e che Katia stava accompagnando a casa, riferisce di una sorta di stato di trance.


Secondo il professor Ubaldo Bonuccelli, neurologo versiliese di fama, una possibile spiegazione è il verificarsi di una crisi epilettica di basso livello – quindi senza effetti evidenti – ma capace di causare «il cosiddetto restringimento della coscienza: un momento in cui ci si rende conto solo in parte di quello che sta accadendo». Di fatto una limitazione della capacità di comprendere la situazione. Un’altra ipotesi è un’aritmia cardiaca «ma in questo caso – dice il dottor Bonuccelli – sarebbe necessario un approfondimento cardiologico». Però questa seconda spiegazione viene ritenuta meno probabile. In generale l’ipotesi di un malore temporaneo, che abbia causato una perdita momentanea di lucidità, resta valida. Difficile, del resto, comprendere cosa abbia spinto la donna a mandare a folle velocità l’auto tra le strade di Lido, in un momento in cui non ce n’era nessuna ragione.


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