Il Tirreno

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L’evento

Daniele Toscano con “Amarti” trionfa al Festival di Burlamacco

di Simone Pierotti
Il 1° classificato Daniele Toscano (al centro)
Il 1° classificato Daniele Toscano (al centro)

La manifestazione al teatro Jenco segnata dal ricordo del musicista Daniele Biagini

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VIAREGGIO. Il destino bussa alla porta del Festival di Burlamacco. Nell’anno della diciottesima edizione del concorso canoro ideato e organizzato dai Carnevalari, la prima dopo la scomparsa del musicista Daniele Biagini avvenuta ad agosto, vince proprio un cantante con il suo stesso nome di battesimo: trionfa Daniele Toscano con “Amarti”, scritta da Andrea Ciaramitaro e Luca Del Carlo con musiche di Massimo Domenici. Secondi – ancora - Lorenzo Biagini e Andrea De Nisco, stavolta affiancati da Alberto Martinelli, con “Dedica”, terzo classificato Matteo Cima con “Con noi”.

Il primo Festival di Burlamacco senza Daniele Biagini, dicevamo. Senza un professionista talmente innamorato del Carnevale e della sua tradizione musicale che, pensate un po’, arrangiava con grande maestria non solo i suoi brani ma pure quelli degli altri cantanti in gara. Senza quello che «semplicemente è stato il più grande di tutti» ha chiosato Lorenzo Ghiselli nel suo eccezionale monologo finale “Qualcuno era musicista” parafrasando il famoso monologo di Giorgio Gaber “Qualcuno era comunista”. E allora diciamolo: bravissimi Carnevalari. Avete ricordato Daniele con la purezza che vi contraddistingue, facendoci commuovere ma senza impietosire e senza snaturare il Festival con i suoi siparietti e le sue bordate alla Fondazione Carnevale. E qui vale la pena citare i figli di Daniele e la compagna Livia Guidotti, i primi a credere che fosse possibile omaggiare chi non c’è più mantenendo intatta una formula ormai consolidata. L’unico difetto? Un evento così meriterebbe un teatro più grande dello “Jenco” che sì, rimane il luogo magico dove il Festival è nato ma non può soddisfare tutte le richieste di biglietti per le due serate.

Lo spettacolo portato in scena dai Carnevalari è stato toccante, ma anche divertente: “Dal tramonto all’alba” è la storia di alcuni monumenti di Viareggio – il busto di Lorenzo Viani sul molo, il Burlamacco di piazza Mazzini, il monumento ai Caduti di piazza delle Paure (piazza Garibaldi) e la Madonnina sul molo – che prendono magicamente vita di notte. E c'è stato pure spazio per suggellare il gemellaggio tra i Carnevalari e il Carnevale di Los Realejos dell'isola di Tenerife con "Juntos", il brano cantato da Matteo Cima e Damián Daniro, popolarissima voce del carnevale canario. Gli storici conduttori Andrea Paci e Luca Bonuccelli hanno trovato una valida spalla in Leonardo Bonuccelli e Marco Martinelli, ma soprattutto in Lorenzo Ghiselli: il giovane cantante, vincitore nel 2017 e nel 2019, ha deciso di cimentarsi in una nuova sfida che ha vinto. Il Festival rischia di perdere uno dei suoi interpreti migliori, ma potrebbe aver trovato un nuovo conduttore poliedrico. «Era un’idea che avevo già in cantiere per il prossimo anno – confessa Ghiselli – ma l’improvvisa morte di Daniele mi ha fatto scattare la molla e ho anticipato tutto di dodici mesi». E ha fatto bene. Tant’è che va eccezionalmente a lui il premio “Aurora Francesconi” per la miglior performance sul palco – se fosse stato seguito il regolamento, noi l’avremmo assegnata alla divertentissima atmosfera da rivoluzione russa di “Avanti maschere” di Alberto Volpi.

Gli altri premi speciali sono andati a Celeste Distefano - premio Tony Filippini come migliore interprete - e a Christian Grossi, Maria Maddalena Adorni e Tommaso Lucchesi - premio Pierino Ghilarducci per il miglior testo - autori del brano “Mentre aspetto che ritorni”. Naturalmente, non poteva mancare la querelle sulla decisione della Fondazione Carnevale di affidare a Elio la canzone ufficiale anziché scegliere “Solo amore”, l'ultimo brano di Daniele Biagini. La platea dello Jenco - e non solo quella - però, ha deciso da che parte stare. E come avrebbe cantato Daniele, «è tutto qua, niente di più, è tutto ciò che ci occorre».
 

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