Il Tirreno

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Il voto

Carnevale, è tempo di verdetti: chi rischia e chi spera

di Simone Pierotti
La sfilata dei carri con in primo piano quello della famiglia Cinquini e alle sue spalle quello di Tomei
La sfilata dei carri con in primo piano quello della famiglia Cinquini e alle sue spalle quello di Tomei

In prima categoria solo Allegrucci, Bertozzi, i Cinquini e Lebigre-Roger sono al sicuro. Giochi apertissimi in seconda, per mascherate e maschere isolate quadro più definito

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VIAREGGIO. L’ultima strofa di “Maschereide”, per quanto ci faccia cantare abbracciati davanti a un carro o sotto un palco al rione, ci lascia in dote una sacrosanta verità: “la vita è un Carnevale”. E il Carnevale, come la vita, comprende vincitori e vinti, delusioni atroci e gioie inattese, sconfitte immeritate e vittorie sacrosante. C’è tutto, nel Carnevale. Una storia che si ripete a maggior ragione oggi, giorno in cui scatteranno promozioni e retrocessioni fra le varie categorie.

Il voto delle giurie

Premessa: sarà solo al termine dei corsi mascherati che la Fondazione renderà noti non solo gli incassi ma anche i nomi dei componenti delle giurie. Così come – una pratica in voga ormai da anni – i voti dei giurati vengono sì resi pubblici ma in forma anonima, senza associare la scheda-voto al nome di chi l’ha compilata. E poi non è dato sapere in base a quali parametri le giurie esprimono i loro voti: tengono conto della percentuale di cartapesta presente? Le coreografie hanno un peso? Se sì, quanto? Naturalmente la giuria perfetta non esiste e il fatto che i suoi componenti provengano da fuori Viareggio porta tutta una serie di vantaggi – ma anche svantaggi – rispetto a una giuria tutta locale. Quello che dispiace è il silenzio della Fondazione sull’argomento. Silenzio che presta il fianco a complotti e sospetti e alza i muri – una posizione può essere legittima e non condivisibile, ma almeno c’è un confronto. Senza dimenticare che il Carnevale è una competizione in cui i costruttori si giocano anche la carriera, dato che chi retrocede dalle mascherate di gruppo è di fatto costretto a ritirarsi.

Prima categoria

Tra i carri grandi Allegrucci, Bertozzi, i fratelli Cinquini e la famiglia Lebigre-Roger sono gli unici matematicamente sicuri della permanenza in prima categoria anche per il prossimo bando di concorso (immaginiamo su base triennale). Nella classifica combinata, Fabrizio e Valentina Galli sono quelli più esposti al rischio retrocessione considerando il penultimo e l’ultimo posto nel 2021 e nel 2022: la clamorosa salvezza di Bonetti tre anni fa, che partiva da una posizione pressoché identica, insegna però che nulla è impossibile. Poco sopra i Galli troviamo Vannucci e la coppia Tomei-Croci, più tranquilli – ma non ancora salvi – Avanzini e, un punto più su, Bonetti. Saranno due le retrocessioni a fronte di altrettante promozioni dai carri piccoli.

Seconda categoria

Giochi apertissimi tra i carri della seconda categoria: potenzialmente, ciascuno dei quattro costruttori in gara – Priscilla Borri, i fratelli Alessandro e Massimo Breschi, Carlo Lombardi e, infine, Marzia Etna con il figlio Matteo Lamanuzzi – può promuovere e retrocedere allo stesso tempo. Per il prossimo bando di concorso è naturalmente auspicabile riequilibrare la categoria riportando a cinque le costruzioni in gara come era a tre anni fa, prima della scomparsa del compianto Franco Malfatti.

Mascherate e maschere

Un riequilibrio che potrebbe passare attraverso due promozioni dalle mascherate di gruppo anziché una – Edoardo Ceragioli e Matteo Raciti partono avvantaggiati nella classifica combinata. Giochi quasi definiti, invece, tra le maschere isolate: salvo colpi di scena, la promozione non dovrebbe sfuggire a Michelangelo Francesconi, campione in carica delle ultime due edizioni.


 

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