Petruzzelli (Lampada di Aladino): "Innovazione cambia storia neoplasie sangue"
2 MINUTI DI LETTURA
Milano, 26 set. (Adnkronos Salute) - "Il messaggio che vuole mandare questo cortometraggio è la speranza. L'innovazione cambia la storia delle malattie nei tumori del sangue. Oggi, finalmente, parliamo di speranze concrete. L'innovazione descrive come stanno cambiando queste malattie. Oggi parliamo di un cortometraggio che aveva la grande scommessa iniziale di descrivere in un modo semplice una cosa molto complessa". E' quanto affermato da Davide Petruzzelli, presidente de La Lampada di Aladino Ets, in occasione della presentazione di 'Luce tra i frammenti. Il viaggio di Mira, dalla scoperta della malattia alla speranza con Car-T'. Un cortometraggio 2D animato prodotto dagli studenti del Triennio in cinema e animazione di Naba, promosso da Gilead Sciences con il patrocinio di Ail-Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma e La Lampada di Aladino Ets. Una maestra vetraia, Mira, e la figlia, Marta, affrontano insieme una sfida importante, la diagnosi di tumore del sangue. Il cortometraggio racconta il patient journey del paziente che si sottopone a Car-T, dal momento della diagnosi, fino al trattamento e alla remissione. Le protagoniste Mira e Marta, mamma e figlia, mettono in mostra le emozioni e le difficoltà che una persona con un tumore ematologico, insieme al caregiver, deve affrontare nel lungo percorso verso la guarigione. Un percorso fatto di ostacoli, paure, fallimenti, ansia e incertezza su quello che riserva il futuro. Ma un giorno la svolta, la possibilità di una cura e una nuova terapia innovativa: le Car-T rappresentano il momento in cui si riaccende la speranza. "Non stiamo parlando di farmaci - precisa Petruzzelli - stiamo parlando di un processo. Le Car-T sono un processo e la grande scommessa era renderle comprensibili a chiunque. I ragazzi del Naba sono stati splendidi, sono riusciti a fare un prodotto fantastico e da domani lo distribuiremo a tutti, perché, in fin dei conti, le cose che si conoscono fanno meno paura e i pazienti hanno bisogno di questo".