Il Tirreno

Toscana

Economia

Dazi sospesi, l’export toscano torna a respirare: i container di vino (un milione di bottiglie) pronti a partire dal porto di Livorno

di Martina Trivigno

	Una nave container in partenza dal porto di Livorno (foto Stick)
Una nave container in partenza dal porto di Livorno (foto Stick)

Gli spedizionieri: solo una boccata d’ossigeno, c’è ancora tanta prudenza. Coldiretti: «Serve eliminare anche il 10%»

4 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. «Ora, con il congelamento dei dazi per 90 giorni (tranne che per la Cina, ndr) qualcosa ha ripreso a muoversi, ma c’è ancora tanta prudenza e, soprattutto, preoccupazione in un clima generale di incertezza».

Giovanna Zari è la segretaria generale di Spedimar di Livorno, associazione delle imprese di spedizione internazionali e di logistica, ed è lei a raccontare la “schizofrenia” che sta vivendo il porto di Livorno da quando il fantasma dei dazi, imposta che si applica sulle merci in arrivo da un Paese straniero, aleggia sulle esportazioni verso gli Stati Uniti d’America. Avrebbero dovuto entrare in vigore da mercoledì scorso – nei confronti di 60 Paesi tra cui l’Europa e quindi l’Italia – con barriere doganali comprese tra l’11 e il 50 per cento (soltanto per la Cina è previsto il 104 per cento). Un bel guaio anche per la Toscana perché nel 2024 – soltanto per la provincia di Livorno – il valore dell’export verso gli Usa ammonta a 301,8 milioni di euro. Poi, però, all’improvviso è arrivato lo stop da parte del presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump.

La boccata d’ossigeno

Una boccata d’ossigeno, dicono ora gli addetti ai lavori. «Il 40 per cento di tutte le esportazioni in contenitori hanno avuto come destinazione la costa est degli Usa – spiega Zari – . È questo, infatti, lo sbocco principale della merce che esce dal porto di Livorno. Di questo 40 per cento relativo alle esportazioni, almeno il 30 per cento è costituito da vino. Per il resto si tratta di prodotti agroalimentari, ma anche di piastrelle in ceramica, prodotti per ferramenta, mobili, arredi e apparecchiature. Intorno al 20 marzo, quando il presidente Donald Trump, minacciò dazi del 200 per cento, gli importatori americani rappresentati dall’associazione di categoria “Uswta- Us wine trade alliance” scrissero una lettera agli associati, dicendo chiaramente di smettere di importare vino dall’Europa. Da lì, se prima c’era stata una corsa all’esportazione da parte dell’Italia di vino e di altri prodotti per evitare eventuali dazi, gli ordini in generale si erano fermati».

Il risultato? Circa un milione di bottiglie di vino – per un totale di oltre 65 container – bloccati nel porto di Livorno. «Noi svolgiamo un’attività per conto di Hillebrand Gori – aggiunge Enzo Raugei, presidente della Compagnia portuale di Livorno – perché nel nostro magazzino, per metà, facciamo stoccaggio di vino dalle cantine e riempimento contenitori per mandare alla spedizione verso gli Stati Uniti. Ecco, di recente, con lo spettro dei dazi imposti da Trump, questa attività si è limitata al solo magazzinaggio. Ora speriamo che con la sospensione di 90 giorni riprenda tutto a pieno».

Via anche il 10 per cento

Per la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani, il congelamento dei dazi è una buona notizia ma «serve eliminare anche il 10 per cento». «In questo momento diventa fondamentale riprendere la trattativa europea per scongiurare definitivamente entrata in vigore di queste tariffe – prosegue la presidente – : occorre trovare una soluzione diplomatica per evitare di creare un enorme disagio sui consumatori statunitensi che scelgono il made in Tuscany ed eliminare i vincoli inutili che sono solo per i nostri agricoltori. La tregua è un chiaro segnale della volontà di sedersi ad un tavolo da parte dell’America».

Gli aiuti restano

In ogni caso, dopo il dietrofront sui dazi americani da parte del presidente Usa, le misure annunciate dalla Regione Toscana a sostegno delle imprese a seguito dell’incontro con le categorie economiche restano. È quanto assicura il presidente Eugenio Giani. «Rimangono perché non possiamo vedere alternare questi umori che sanno tanto di insider trading – conclude il governatore – . Ovvero, prese di posizione come quelle di Trump che influenzano la borsa a livello mondiale e in cui, magari, riesce nelle altalene della borsa a creare dei fenomeni di arricchimento e di speculazione. Noi, in modo strutturale, ci rendiamo conto che purtroppo la politica di Trump, animata da protezionismo, richiede il sostegno alle nostre imprese. E lo faremo».


 

In evidenza

Femminicidio

Uccisa dall’ex marito a Udine che scappa e muore in un incidente stradale: il braccialetto elettronico e il permesso per uscire due ore

Sani e Belli