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Forte dei Marmi, il super ricco degli Emirati compra il Grand Hotel Imperiale: chi è e quanto ha investito

di Luca Basile
Forte dei Marmi, il super ricco degli Emirati compra il Grand Hotel Imperiale: chi è e quanto ha investito

Dagli italiani ai russi e ora agli arabi: la girandola dell'hotel di lusso. E per gli immobiliaristi locali il prezzo d'acquisto è persino basso

22 ottobre 2024
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FORTE DEI MARMI. Solamente un anno fa il Grand Hotel Imperiale di Forte dei Marmi, con la sua dote di 5 stelle luxury, piscine, 46 suites e ristorante ad alto lignaggio gastronomico, passava di mano, dalla proprietà italiana, a un family office russo: Luxury Hotel Development. Avventura imprenditoriale, con gestione affidata alla società spagnola Panoram Hotel Management che nel breve volgere di 12 mesi o poco più si è però già conclusa: l’Imperiale (come sbrigativamente è stato ribattezzato fin dai suoi albori in terra di Forte) è stato infatti venduto a Mohamed Ali Alabbar, fondatore e presidente di Emaar Properties una delle più importanti società di real estate al mondo.

Chi è Ali Alabbar e quanto ha pagato l'hotel

Mohamed Ali Alabbar, nel gotha delle persone più ricche e influenti degli Emirati Arabi, che con la Emaar Properties ha per altro sviluppato, negli anni una serie di progetti: su tutti il Burj Khalifa, simbolo iconico di Dubai , che con i suoi 829,80 metri è il grattacielo più alto del mondo. Stando a quanto anticipato da Il Sole 24 ore, per l’albergo e ancora per lo stabilimento balneare Remo Beach, Alabbar ha investito poco meno di 40 milioni di euro. «Ma ne vale ancora di più», certificano, senza ombra di dubbio, alcuni immobiliaristi versiliesi. Come a dire che alla fine, a fare il vero affare, sarebbe stato l’imprenditore arabo che non esiterà a rimettere mano a un albergo che già oggi, dalle parti della cittadina griffata per eccellenza della Versilia, ha ben pochi eguali.

Come si trasforma il mercato

«Il messaggio che passa in scia a questa vendita, è che a Forte dei Marmi, le grandi firme devono e vogliono esserci. E infatti ci sono e non da oggi. La presenza di clienti arabi in zona non è più una novità – le parole di Paolo Corchia, presidente degli albergatori di Forte dei Marmi e vice presidente nazionale Federalberghi –, ma non sempre le nostre splendide ville, in particolare quelle più lussuose della zona di Roma Imperiale, rispondono alle loro aspettative. Questo a conferma della straordinaria ricchezza e della potenza imprenditoriale di queste stesse persone. Per quanto riguarda i nostri alberghi, al centro di interessi e strategie di acquisto, si va sempre più verso la progettazione di “boutique hotel” una formula che prevede servizi di assoluta eccellenza, un numero limitato di suite e un approccio assolutamente esclusivo».

Le altre compravendite

Tornando all’operazione da 40 milioni di euro, con nero su bianco che sarebbe stato messo solo qualche settimana fa (e con Alabbar, che ha rilevato l’Imperiale non come referente della propria società, ma a titolo personale), è solo una delle tante trattative andate a buon fine, sempre alla voce alberghi, a Forte dei Marmi negli ultimi anni: agli investitori e clienti cosiddetti abituali (per intendersi russi, americani, messicani e ucraini) si sono aggiunti appunto arabi, ma anche francesi e italiani dal portafoglio particolarmente generoso. Come l’ex re dei dessert Attilio Bindi che ha rilevato lo storico ex Hotel Franceschi, il Maitò Art Hotel dell’imprenditore Stefano Nesti mentre l’ex Paradiso al Mare, con vista periferica sul pontile di Forte e in attesa di lavori, è di pertinenza del gruppo Baglioni.


 

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