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Il caso: la replica

Civitavecchia, è “guerra” ai vertici dell’Adsp: cosa è successo

di Maurizio Campogiani

	La sentenza della sezione Lavoro del tribunale (foto di repertorio)
La sentenza della sezione Lavoro del tribunale (foto di repertorio)

Il presidente commenta la sentenza che ha giudicato illegittimo il licenziamento di un dipendente e attacca il Segretario generale: «Faremo appello»

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CIVITAVECCHIA. Potrebbe portare a clamorosi sviluppi la sentenza con la quale la sezione Lavoro del tribunale di Civitavecchia ha accolto il ricorso presentato da un dirigente licenziato a marzo dello scorso anno, imponendo la reintegra nel posto di lavoro e il pagamento delle retribuzioni degli ultimi 18 mesi. Il Presidente dell’Autorità Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Pino Musolino, attacca infatti frontalmente il numero 2 dell’ente, il Segretario Generale, Paolo Risso.

Il presidente

«Il giudice – spiega Musolino – ribadendo la piena effettività della riorganizzazione posta in essere dall’Adsp, e degli atti collegati e conseguenti, che come noto non sono stati in alcun modo modificati o rettificati dal competente organo giurisdizionale, ha dichiarato nullo il licenziamento del dirigente perché “non conforme a buona fede”, basandosi essenzialmente sulla testimonianza in udienza resa dal Segretario Generale Paolo Risso, che va incredibilmente sottolineato come, nonostante egli fosse al tempo stesso il responsabile unico della procedura della riorganizzazione, del trasferimento del dirigente ad altra mansione di lavoro, sempre come emerge dal testo della sentenza, il dipendente fosse stato dallo stesso Risso posto alle sue dirette dipendenze senza avere ricevuto incarichi di sorta e quindi di aver portato al licenziamento per la “superfluità della posizione di lavoro” ricoperta dal dirigente dopo il suo trasferimento».

«In sintesi – prosegue il presidente dell’ente portuale – durante la testimonianza che avrebbe dovuto essere resa a tutela dell’Ente, il dottor Risso ha dichiarato che il suo operato sia stato essenzialmente errato e tale dichiarazione ha portato, direi quasi inevitabilmente, ad una sentenza sfavorevole. Preme ulteriormente sottolineare che di questa testimonianza e del contenuto della stessa io sia venuto a conoscenza solo oggi dal testo della sentenza. A tutela dell’ente e dell’operato complessivo dell’amministrazione ho già incaricato il legale che rappresentava l’Adsp di ricorrere in appello valutando la possibilità di richiedere la sospensione degli effetti della sentenza del giudice del lavoro di primo grado».

Il punto

«Un punto più generale – conclude Musolino – sento di dover portare alla luce a seguito di questo episodio ed è relativo ad una necessità ormai di chiarimento normativo che definisca una volta per tutte il rapporto tra Presidente e Segretario Generale, una situazione di oggettiva difficoltà che condivido con molti colleghi. Non è pensabile che tutte le responsabilità e tutte le relazioni esterne siano gestite ed imputate in capo ai presidenti mentre le figure dei segretari generali possano, in alcuni casi, svolgere un ruolo di destabilizzazione dietro le quinte che mette a repentaglio la piena operatività amministrativa dell’Ente portuale».

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