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L’intervista

Saldi, i consigli della personal shopper: «Vi spiego qual è l’acquisto migliore»

di Barbara Antoni

	Barbara Chiucini
Barbara Chiucini

Barbara Chiucini ha lavorato come product manager e collaborato allo sviluppo delle collezioni di marchi internazionali

04 luglio 2024
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«Chi vuole la qualità, non acquista ai saldi. Ti puoi comprare un buon capo in più, ma con uno sconto fra il dieci e il venti per cento, come fanno i brand. Se invece vai sulla quantità, trovi solo scarti di magazzino». Chi parla è Barbara Chiucini, e non è una voce a caso. Barbara, fiorentina, laurea in Marketing e Commercializzazione presso il Polimoda, ha lavorato come product manager e collaborato allo sviluppo delle collezioni di marchi internazionali tra cui Burberry, Banana Republic, Gap e Narciso Rodriguez. Oggi si dedica all’attività di personal shopper con la caratteristica di portare il cliente a conoscere la bellezza di Firenze attraverso uno shopping selettivo e raffinato. A questo scopo ha creato il sito beyondflorence.com.

Barbara, il periodo dei saldi ha una rilevanza nel lavoro quotidiano di un personal shopper?

«Nella mia esperienza personale non incide molto. Se ho un cliente che è presente nel periodo dei saldi, sono la prima a riflettere su questa possibilità. Ma il mio cliente i saldi non li aspetta, anzi: fa acquisti a inizio stagione per assicurarsi proprio quel pezzo che desidera, quella taglia. I negozi a cui mi rivolgo in prevalenza sono boutique, hanno i saldi o non li hanno neppure perché preferiscono mantenere il livello dei prezzi. Anche le botteghe artigiane in cui conduco i clienti non fanno i saldi. A Firenze il turismo in genere non incide sul periodo delle vendite a prezzo scontato: i turisti non ci fanno caso».

Qual è di norma il profilo del cliente che si rivolge a lei, che chiede la consulenza del personal shopper?

«Ho una clientela prevalentemente internazionale; di italiani, solo professionisti che cercano determinati outfit. Come nazionalità, i miei clienti sono per il 90 per cento americani. C’è anche qualche europeo, soprattutto inglesi e francesi, oltre ad asiatici, ma non cinesi. Non ho mai avuto clienti russi: proprio perché non li porto dal brand; il negozio di Vuitton, ad esempio, possono visitarlo tranquillamente da soli. Fondamentalmente, prediligo lo shopping locale: li aiuto a conoscere la realtà fiorentina di boutique, atelier, botteghe artigiane. Tra i miei clienti, inoltre, ho anche donne, amiche, mamme, gruppi familiari».

Chiedono una consulenza solo per acquistare capi di abbigliamento?

«Non solo moda, ma anche alto artigianato e interior design».

Dal punto di vista suo personale, qual è la considerazione dei saldi? La maggior parte delle persone li attende nella speranza di riuscire finalmente ad acquistare un capo desiderato ma che finora non ha potuto comprare.

«Personalmente, penso che i saldi possono invogliare a fare un acquisto di qualità. La mia predilezione è orientata verso una cosa particolarmente carina, di solito non necessaria, cose che si acquistano per completare il guardaroba. Uno di quei pezzi che diventano una colonna in più del guardaroba».

Pezzi che però non si trovano certo nei negozi medi o nei franchising più comuni.

«Questi articoli di punta si trovano solo nei brand. Durante i saldi lo sconto, qui, al massimo, può essere dal dieci al venti per cento».

Invece nelle catene più comuni, quelle del cosiddetto mass market, il mercato di massa?

«Se aspetti i saldi per comprare un articolo visto a inizio stagione in un negozio del mass market, di sicuro non lo trovi più. Se pensi di fare acquisti in quantità in questi negozi, bisogna fare attenzione: vi si possono trovare scarti di magazzino».

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