Livorno, boom di crocieristi: «Miriamo a 850mila passeggeri»
A maggio è aumentato il numero di chi è sceso dalla nave ed è rimasto in città. Matteo Savelli (Porto 2000): «In 240mila hanno portato introiti a bar e ristoranti»
LIVORNO. Se la Toscana è la meta prediletta di gran parte dei turisti che arrivano in Italia, Livorno ne è la porta di accesso dal mare». Matteo Savelli è il presidente di Porto di Livorno 2000, che gestisce il servizio di assistenza ai passeggeri che scelgono la nostra regione e approdano al porto. E – spiega – Livorno ricopre un ruolo sempre più centrale con i crocieristi che preferiscono non andare in escursione ma restare, quindi visitare, la città. «Tra aprile e maggio è aumentato il numero di turisti che non sono andati in escursione ma sono rimasti a Livorno: sono circa 240mila», sottolinea.
Presidente, partiamo da principio: che 2023 è stato?
«Nel 2023 a Porto di Livorno 2000 sono transitati un totale di 2.327.608 passeggeri, di cui 1.689.583 hanno viaggiato sui traghetti e 638.025 sulle navi da crociera».
Con quali risultati?
«In concomitanza dell’approdo delle navi da crociera, Livorno si riempie di turisti che, oltre a visitare le principali attrazioni della nostra città, portano indotto che poi si spalma su tutte le categorie commerciali: bar, ristoranti, negozi. Oltre 240mila persone, a cui si aggiungono 40mila membri dell’equipaggio, che sono rimasti a Livorno. Circa il 40%, ma dobbiamo ricordare che prima del Covid la percentuale era compresa tra il 20 e il 23%».
Che 2024 prevede?
«Con l’aumento di 75 scali, possiamo arrivare in totale a 850mila passeggeri per le crociere, anche grazie alla nuova attività di home port (porto di partenza) della Msc Grandiosa che, dal 21 aprile, arriva in porto tutte le domeniche. Per i traghetti, invece, è ancora presto per fare previsioni, ma l’aumento dei passeggeri rispetto al 2023 alla fine sarà compreso tra il 5 e l’8%. Certamente i passeggeri movimentati sono una variabile, ma non dimentichiamo come Livorno sia quinta in Italia per numero di accosti con 289 navi nel 2023 ed è un dato che crescerà nel 2024. A titolo di esempio, La Spezia pur avendo raggiunto un traffico simile, ha accolto 100 navi in meno».
Qualche previsione per il 2025?
«Sono in programma 391 scali e quindi possiamo ipotizzare 900mila crocieristi. Non solo passeggeri, però. Dobbiamo anche pensare all’indotto che la Porto 2000 crea nel porto di Livorno. In totale, in stagione abbiamo 115 dipendenti, a cui si somma un forte indotto: dai facchini alle imprese portuali che lavorano sulle navi fino al personale impiegato nelle biglietterie e per tutti i servizi che offriamo».
Ha descritto numeri in crescita sul fronte dei crocieristi: come risponderà Porto 2000 a questo aumento?
«Per l’estate entrerà in funzione la “Casa del crocierista” che consentirà di migliorare l’offerta ma anche di raffinare l’interazione dei crocieristi con la città. La società sta facendo un investimento importante in via Cogorano, nel cuore di Livorno: ha affittato i locali della vecchia banca Unicredit e l’adibirà a punto di convergenza di tutti gli shuttle bus che arrivano dalle varie navi ormeggiate in porto».
Con quale obiettivo?
«Sia d’estate che d’inverno dobbiamo poter offrire ai passeggeri un punto di riferimento nella città, al coperto o al fresco, e offrire i servizi primari. Non è assolutamente nostra intenzione competere con gli esercizi commerciali e per questo sarà un servizio non in competizione con i servizi di bar e ristoro in generale».
Come sarà organizzato il servizio?
«Sarà il classico servizio di shuttle bus, il costo della corsa andata e ritorno è di 7 euro: noi portiamo in centro i passeggeri che decidono di restare a Livorno. Oltre al servizio d’informazione al passeggero installeremo anche dei lockers (armadietti per custodire oggetti, ndr)».
Che ruolo ricopre il porto di Livorno in questo disegno complessivo?
«Credo che Livorno non possa che essere il porto della Toscana: dal punto di vista logistico è troppo vantaggioso, sia in termini di tempo che di costi, portare le persone da Livorno in tutta la nostra splendida regione per le escursioni. C’è un grande lavoro con gli armatori e le agenzie perché arrivino sempre navi più grandi. Livorno, pur con accosti non dedicati, riesce a gestire contemporaneamente fino a cinque-sette navi diverse che si traducono poi sul territorio in tipologie diverse di crocieristi per interessi e capacità di spesa e va sottolineato come una nave su sette appartenga a segmenti luxury & ultra luxury. Ha però bisogno di investimenti: si sta andando sempre di più verso il gigantismo navale, e questo vale anche per i traghetti, e il porto inizia a essere piccolo».
Ci sono delle difficoltà da superare?
«Le criticità e alcuni ritardi in attuazione delle pianificazioni previste sono noti, ma indipendenti dalla volontà della Porto 2000 che sta facendo il massimo con le condizioni attuali, mantenendo e implementando un volume significativo di traffico».
Qual è il limite più grande?
«C’è stata una gara nel 2015 e il socio di maggioranza della Porto 2000 è risultato aggiudicatario e da lì si deve sviluppare un grandissimo progetto che è condizionato dalla resecazione della banchina Calata Orlando e della messa a disposizione dell’area Alto Fondale quali interventi a carico dell’amministrazione rimasti a oggi inadempiuti e propedeutici a qualsiasi intervento strutturale successivo».
Cosa si può fare per rendere il porto di Livorno ancora più competitivo?
«La Porto 2000 e il suo socio di maggioranza hanno ben chiare le strategie di sviluppo dei traffici e, se pur nella situazione di incertezza di cui ho parlato sopra, hanno continuato a lavorare per fornire all’utenza servizi migliori, avanzando innumerevoli istanze all’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale (Adso) per l’assegnazione e lo sviluppo di ulteriori aree pubbliche destinate al porto passeggeri dal piano regolatore portuale in vigore e provvedendo all’ammodernamento delle attuali aree e banchine».
A che punto siamo?
«Purtroppo la Adsp non ha ancora rilasciato la concessione, oltre che del servizio di interesse generale, anche delle aree demaniali, costringendo la Porto di Livorno 2000 a operare anche in aree e banchine a tutt’oggi pubbliche e quindi sulle quali gravano le esigenze anche di altri operatori che si occupano di tutt’altro fuorché dei passeggeri».
© RIPRODUZIONE RISERVATA