Garibaldi e Dumas avevano in comune l’essere vegetariani
Ottima scelta di vita
Ecco uno degli interventi dei lettori pubblicati sull’edizione cartacea, nella pagina dedicata al filo diretto con il direttore de Il Tirreno, Cristiano Marcacci. “Dillo al direttore” è l’iniziativa che permette alle persone di dialogare direttamente con Cristiano Marcacci, attraverso il canale WhatsApp (366 6612379) e l’indirizzo mail dilloaldirettore@iltirreno.it.
Giuseppe Garibaldi, grande eroe di guerra ma anche uomo di affari. Nel 1843 in Uruguay seppe di un carico di camicie rosse destinato ai macellai della capitale; il colore rosso serviva a non far apparire le macchie di sangue degli animali uccisi; acquistò a prezzi stracciati il carico intero per vestire i suoi mille soldati. Garibaldi era anche un buon intenditore di cucina; nel 1860 a New York insieme ad Antonio Meucci creò una fabbrica di candele e poi un ristorantino; loro sponsor per gli ottimi sughi che preparavano fu addirittura l'industria conserviera Star; cliente assiduo di questa trattoria fu Samuel Colt ,l'inventore delle omonime pistole e grande fan di Garibaldi. Ma bene avrebbe fatto il buon Giuseppe ad accompagnare Meucci ad un uffico brevetti per depositare l'invenzione del telefono che invece fu assegnata allo sveglissimo Bell. Garibaldi non ebbe invece una vita facile in Italia. Invidia, rancori ma soprattutTo gelosie offuscarono il grande merito di avere riunito l'Italia sotto una sola bandiera.
Paradossalmente fu l'Inghilterra a tributargli enormi lodi. Al suo arrivo a Londra ad acclamarlo c'erano circa due milioni di persone; grandi lodi dalla regina Vittoria, grande affetto dal popolo comune, ad esempio quello di alcuni pasticceri che crearono per lui il biscotto Garibaldi, oggi ancora in commercio. Il buon Giuseppe ricambiò con una offerta al monumento appena scolpito dell'eroe scozzese William Wallace cui, a dire dei suoi ammiratori, assomigliava molto per eroismo e coraggio.
Da questo eroe scozzese Mel Gibson trasse il suo film “Braveheart”. E furono proprio gli inglesi a finanziare la spedizione dei mille; il tutto per un semplice motivo: la Sicilia produceva con le sue miniere l'80 per cento dello zolfo a livello mondiale, minerale strategico per la produzione della polvere da sparo. Polvere essenziale per le mille guerre che gli inglesi in quei periodo avevano, visto che avevano di fatto colonizzato il mondo. Un altro grande garibaldino fu lo scrittore Alexander Dumas che con un battello carico di armi seguì fino a Marsala il nostro eroe. Dumas era figlio di un marchese e di una schiava nera di Haiti.
Per difendere l'immagine dei suoi genitori Alexandre assunse il nome di Dumas che voleva dire della masseria, suo luogo di infanzia insieme alla sua mamma. Ma cosa accomunava tutti questi grandi personaggi? Il loro rispetto per gli animali. Loro, infatti, erano tutti vegetariani, ottima scelta di vita semplicemente perché questa dieta abbassa gli indici infiammatori e crea vigore; non per nulla gli animali più potenti della giungla, come gorilla ed elefanti, sono vegetariani.