Renzo Arbore torna in tv a 87 anni: «Toscana capitale della comicità, i livornesi? Speciali, vi spiego perché»
Il mattatore della televisione torna sul piccolo schermo con "Come Ridevamo" su Rai 2
«La Toscana è la patria della comicità. E i toscani, assieme ai napoletani, sono in cima al podio dell’umorismo». A stilare questa speciale classifica della risata non è un personaggio qualsiasi, ma un maestro dell’intrattenimento ironico e intelligente della tv generalista. Si tratta di Renzo Arbore, 87 anni – icona dello spettacolo dagli esordi in radio con Gianni Boncompagni ai successi televisivi con Quelli della notte e Indietro tutta – che, 33 anni dopo l’omaggio a Totò, torna a parlare di comicità dal piccolo schermo con una trasmissione in onda, a partire dal 9 gennaio, ogni giovedì in seconda serata su Rai2. S’intitola “Come Ridevamo” il nuovo programma di Rai Cultura che vuol essere una raccolta degli sketch cult televisivi che hanno contrassegnato la seconda metà del Novecento. Per 20 settimane gli spettatori saranno coinvolti nella visione di spezzoni tratti dalle teche Rai all’insegna dell’allegria e del buonumore. L’idea di questa selezione di scenette e monologhi – saranno trasmesse 120 gags – è dell’istrionico showman-intrattenitore che presenterà assieme al suo allievo prediletto Gegè Telesforo con la supervisione dello storico autore Ugo Porcelli. In questa autentica enciclopedia dello humour italico ci sarà spazio per autentici monumenti della comicità televisiva come Aldo Fabrizi, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Gigi Proietti, Ciccio e Franco, Cochi e Renato, il trio Solenghi-Lopez-Marchesini, Nino Frassica, Corrado Guzzanti, Max Tortora e tanti altri straordinari interpreti delle risate all’italiana. Una selezione attenta e meticolosa del tandem Arbore-Telesforo: «Il programma – spiega l’uomo che ha cambiato per sempre la storia della tv – vuol essere un’antologia di risate, risatine, sorrisi e ridacchiamenti. Sorrisi del passato che valgono ancora nel presente e probabilmente nel futuro».
Benigni, il mattatore
E in questo emozionante viaggio nel tempo non potevano mancare i comici toscani. Su tutti Roberto Benigni: un autentico mattatore, scoperto e valorizzato proprio da Arbore: «Ci siamo conosciuti negli anni Settanta quando lui era ancora agli esordi. Nel 1978 è stato uno dei personaggi de l’Altra Domenica in onda su Rai 2 vestendo i panni di uno strampalato critico cinematografico con manie di persecuzione». E in “Come Ridevamo” la Toscana trova il suo apice nelle gag e nella mimica del vincitore di un Oscar nel 1999 con La vita è bella: «Lui è sempre stato una forza della natura, pronto a improvvisare e a sorprendere tutti con la sua comicità irriverente. Ricordo una volta in cui, durante una delle prime trasmissioni fatte assieme, s’inventò una poesia assurda che lasciò tutti senza parole. Benigni sin dagli esordi ha sempre avuto la capacità di farti ridere anche solamente con una battuta». Con il giullare di Vergaio, Arbore ha lavorato spesso e bene: «Dai film Il Pap’occhio e FF.SS.-cioè: che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene sino a Telepatria international dove Roberto è un irrefrenabile Dante Alighieri che viene evocato durante spassose sedute spiritiche».
Montagnani e Ceccherini
Se durante gli oltre quattro mesi saranno diverse le situation comedy che vedranno protagonista l’ironico e dissacrante attore fiorentino non mancheranno altri comici provenienti dalla stessa tradizione: «I toscani hanno un umorismo unico: un’ironia pungente che arriva dritta al punto senza tanti giri di parole. Sono schietti e diretti. A me fanno divertire anche personaggi dello sport o persone comuni che incontri casualmente nei tuoi viaggi in Toscana». Nell’antologia dei comici della tv c’è spazio anche per Renzo Montagnani e Massimo Ceccherini: «Il primo aveva uno stile inconfondibile e avrebbe meritato una maggiore visibilità, il secondo è capace di trovare il lato comico anche nelle situazioni più improbabili».
Livornesi veri napoletani
«Dei toscani adoro quella prontezza di spirito che li rende irresistibili. Anche quando giravo il Paese con l’Orchestra Italiana ogni volta che ci siamo fermati a Lucca o a Pisa, a Firenze come in Versilia qualcosa di divertente è sempre accaduto. Una volta a Livorno, nel bel mezzo del concerto, un fan irruppe sul palco e iniziò a ballare sulle musiche napoletane. Era così buffo e genuino che non potemmo far altro che coinvolgerlo nello spettacolo. Devo dire che Livorno e i livornesi hanno un’ironia caustica e una capacità di organizzare scherzi e deridere i potenti che ricorda molto da vicino la commedia napoletana». Dopo toscani e campani chi inserisce Arbore nella sua speciale classifica della comicità? «Subito dopo metto i romani con la loro sagacia come rivelano i personaggi presentati in tv prima da Fabrizi e poi da Verdone e dietro di loro i siciliani: da Franco e Ciccio agli attuali Ficarra e Picone. Ma ogni regione ha il suo stile unico. La comicità italiana è come un mosaico: ogni pezzo è fondamentale per completare l’opera».
Attenzione ai Millennials
Ogni puntata di “Come Ridevamo” sarà arricchita da racconti, aneddoti e retroscena inediti svelati con il tocco personale e ironico di Arbore e Telesforo, che accompagneranno il pubblico in una riflessione sull’importanza della leggerezza nella vita quotidiana. «Il programma lo abbiamo pensato anche per i più giovani. Per far scoprire ai Millennials e alle nuovissime generazioni come si divertivano i loro genitori e nonni». E grazie alla disponibilità immediata su RaiPlay sarà possibile rivedere ogni puntata on demand.