Francesca Fialdini e il programma dedicato ai ragazzi con disturbi mentali: «Raccontiamo chi lotta per uscire dai tunnel»
Su Rai3 torna, per la sesta stagione consecutiva, Fame d’Amore, il programma-viaggio nelle storie di sofferenza, coraggio e speranza
Ha concluso giovedì su Rai3 in seconda serata lo speciale Roma tra arte e fede e prosegue il suo programma Da noi… a ruota libera in diretta alle 17,20 su Rai1 che, nel primo appuntamento di oggi (domenica 5 gennaio), avrà come ospiti Marisa Laurito, Alessio Boni e Raz Degan.
È un momento di grande visibilità e popolarità per Francesca Fialdini, 45 anni, nata a Massa, giornalista, conduttrice televisiva, scrittrice, portabandiera di un’informazione divulgativa dove inchiesta e ricerca si fondono. Su Rai3 alle 23,15 torna, per la sesta stagione consecutiva, Fame d’Amore, il programma-viaggio nelle storie di sofferenza, coraggio e speranza di ragazzi, e delle loro famiglie, che soffrono di disturbi mentali e comportamentali fortemente voluto e ideato dalla Fialdini che si conferma un punto di riferimento per affrontare il disagio giovanile e non si limita a raccontare le sofferenze, ma offre uno spazio ai giovani che possono esprimere il proprio dolore senza vergogna.
Ragazzi più consapevoli
Per la conduttrice toscana, autrice del libro-manifesto “Nella tana del coniglio” che racconta storie di ragazzi e ragazze che hanno combattuto contro le dipendenze e i disturbi alimentari e hanno deciso di guarire dall’anoressia o dalla bulimia, a distanza di anni oggi i giovani hanno un approccio diverso con questa malattia che affligge il nostro secolo: «L’iniziale fragilità che emergeva all’epoca della prima edizione del programma, sia tra i ragazzi che tra i loro genitori che avevano il timore-terrore di denunciare una realtà drammatica e spesso invisibile, oggi si è trasformata in consapevole esigenza di aiuto che vede coinvolto il mondo della scuola. Gli adolescenti dimostrano comprensione e rispetto per i coetanei che soffrono e sono pronti a fornire il loro apporto e il loro aiuto incondizionato».
Le storie di chi è guarito
La depressione, l’ansia, l’autolesionismo e i disturbi del comportamento alimentare, che sino a una decina d’anni fa finivano per dare la spinta agli istinti più biechi con i giovanissimi affetti da queste patologie costretti a subire inaccettabili atti di bullismo, non sono più fenomeni che generano imbarazzo e che si preferisce non affrontare: «Già dalle scuole medie i ragazzi mostrano una spiccata intelligenza e una maggiore comprensione dei loro genitori. E vogliono abbattere i pregiudizi sul disagio mentale mostrando che chi soffre è una persona che sogna, si emoziona e ha un forte desiderio di rinascita. Chiedere aiuto è un grande atto di forza e Fame d’Amore è un programma che nasce dal desiderio di dare visibilità e speranza a chi soffre nel silenzio. Vogliamo raccontare non solo la malattia, ma anche la vita dei protagonisti che cercano una via d’uscita da un tunnel oscuro attraverso le loro sfaccettature più umane e più vere».
Tra chi è guarito e ha messo il suo percorso al servizio degli altri c’è Alberto Scalia, oggi medico con specializzazione proprio legata ai disturbi alimentari. Ricorda Francesca Fialdini: «Fu uno dei ragazzi protagonisti delle prime docu-serie di Fame d’Amore. La sua storia iniziò nel periodo dell’Erasmus, una vacanza-studio a Praga con la facoltà di Medicina: lui cominciò a sentirsi solo e scoprì le sue fragilità arrivando a pesare 54 chili. Il suo caso ha trovato una soluzione grazie alle attenzioni della fidanzata che non l’ha mai lasciato solo con la patologia e dopo un percorso di cura con il professor Mendolicchio, psichiatra esperto di disturbi alimentari, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano».
I nuovi protagonisti
In questa nuova stagione, saranno raccontate le storie di giovani che affrontano la lotta contro la propria malattia mentale. «Tra i protagonisti – prosegue la giornalista di Massa – ci sono Sara, una talentuosa violinista che lotta contro l’anoressia; Paride, che soffre di anoressia e depressione; Ludovica, una giovane modella in lotta con l’anoressia e la bulimia; Gaia, pasticcera con un passato di anoressia e bulimia; Francesca, mamma di due bambini che combatte contro l’anoressia da anni; e Maria, una ginnasta che sta affrontando una grave forma di bulimia dopo un lungo periodo di anoressia. Ogni storia è un viaggio di sofferenza, ma anche di speranza, resilienza e rinascita».
Una guida empatica
Francesca Fialdini risulta una guida empatica nel viaggio verso la guarigione. Si fa portavoce di queste storie, incontrando i giovani protagonisti e i professionisti che si prendono cura di loro. Le sue interviste offrono uno sguardo intimo e profondo, documentando momenti cruciali: dai primi passi in ospedale o in comunità fino al ritorno a casa, spesso segnato dalla speranza della rinascita.
«Sono ritratti e storie di vita raccolti direttamente dai luoghi di cura: l’ospedale Auxologico di Piancavallo (Verbania) e la comunità Lo Specchio di Domus Novas (Cagliari). E stanno aprendo nuovi presidi sanitari dell’Asl grazie ai fondi stanziati proprio per cercare di combattere un fenomeno che coinvolge ormai oltre tre milioni di giovani. Questo programma, in cui credo molto, vuol essere un messaggio di speranza e consapevolezza. L’obiettivo – conclude Fialdini – è abbattere i pregiudizi sul disagio mentale. Vogliamo invitare a parlare, ascoltare e agire: perché solo attraverso la comprensione e il supporto possiamo aiutare i giovani a guarire e a riscoprire la bellezza della vita».