Il Tirreno

Alessandro Pierotti attore “per caso” nel film kolossal "Il Peccato" di Konchalovsky

Simone Fulciniti
Alessandro Pierotti attore “per caso” nel film kolossal "Il Peccato" di Konchalovsky

Il livornese scelto nel cast del capolavoro su Michelangelo: «Mi ha voluto il grande regista: per me un onore e una soddisfazione» 

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LIVORNO. I vecchi cineasti dicevano che, per fare cinema, ci vuole essenzialmente la faccia giusta.

Sopratutto per un certo tipo cinema, quello d’ambientazione storica. Ed il livornese Alessandro Pierotti la faccia giusta ce l’ha, e qualcuno alla fine se n’è accorto. Ma non uno qualsiasi, bensì l’illustre maestro russo Andrej Konchalovsky, che nel realizzare il suo annunciato capolavoro, ‘Il Peccato’, pellicola basata sulla vicenda umana di Michelangelo Buonarroti, lo ha voluto con se per gran parte della lavorazione. Pellicola che uscirà in pompa magna domenica al festival del cinema di Roma e poi sarà al cinema.

E la narrazione di come si è giunti a questo incredibile incastro, è tanto casuale, quanto divertente. «Stavo bevendo il caffè al bar Veloce, a salviano, - racconta lui che di mestiere fa altro - quando sul giornale ho visto un disegno con questo sottotitolo: ‘se pensi di somigliare a quest’uomo, mandaci una foto, per email o via facebook’. Allora, visto che gli somigliavo, ho aperto il social network indicato, e l’ho inviata. Correva il febbraio del 2107. Dopo circa un mese mi hanno chiamato, e, sinceramente, me ne ero già dimenticato. Qualcuno voleva farmi un’intervista a Carrara; quando ho capito che non si trattava di uno scherzo, sono andato a fare quella che poi si è rivelata una semplice chiacchierata, sul più e sul meno».

Nessuna notizia sul senso del provino. «Alla fine dell’incontro ho chiesto di che cosa si trattasse, hanno mantenuto il riserbo».

Dopo altri venti giorni, arriva il messaggio che fa tremare le pareti di casa . «Il maestro Andrej Konchalovsky, ha visionato il suo materiale e vorrebbe parlarle».

Per Alessandro è il classico fulmine a ciel sereno. «Sono tornato a Carrara e ho conversato con questo enorme regista. Era rimasto impressionato dalla mia foto, e dato che stavano ancora cercando il protagonista del film, chiese la mia disponibilità e la mia opinione a riguardo. Io risposi con onestà, dicendo che non sono un attore professionista, ma che , con una guida adeguata, avrei anche potuto accettare. Konchalovsky apprezzò la mia sincerità , e mi disse che quel protagonista avrebbero comunque continuato a cercarlo, ma, se nessuno avesse risposto ai canoni del ruolo, probabilmente la parte sarebbe stata assegnata a me». Nelle settimane successive la fumata bianca. «Alla fine hanno trovato il bravissimo Alberto Testone, che ha una solida esperienza recitativa, e numerosi premi per le interpretazioni all’attivo».

Ma per Pierotti si sono ugualmente aperte le porte del set. «Il maestro, ha tenuto ad inserirmi lo stesso, regalandomi una bellissima figurazione speciale, parlata. Sono uno del gruppo dei cavatori che lavorano a fianco di Michelangelo. Ventotto giorni di impegno, tra le magiche cave di marmo di Carrara e la splendida Tarquinia».

Unico livornese, tra i carrarini. «Voglio ringraziarli, per avermi accolto come uno di loro, superando qualsivoglia campanilismo. Continuiamo ogni tanto a vederci. E per essere un labronico a cui non piace mangiare pesce, mi hanno immediatamente soprannominato ‘cacciucco’».

Tre giorni di prove in cava e poi il 28 agosto 2017, sono iniziate le riprese. «E’ stata l’occasione per scoprire dei luoghi che non avevo mai visitato, tra le quali la zona del monte altissimo, dove durante le scene ci siamo commossi, colpiti da tanta bellezza. Ci sono state scene pericolose. Ne ricordo una in cui dovevo stare in piedi al limiti di un masso di marmo, e sotto di me uno strapiombo. Tutto in sicurezza, certo, legato con delle corde, ma l’emozione è stata tanta. Poi le variazioni del meteo, gli acquazzoni improvvisi, non è stato semplice a livello fisico».

Un vero Kolossal. «Dura sei ore in versione integrale, ma per le sale è stato ridotto a un’ora e 34 minuti. Ci hanno detto che, quando termina il circuito cinematografico, probabilmente ne faranno una fiction, in puntate, che andrà sulla Rai». Il film debutterà al festival del cinema di Roma. «Avrei desiderato esserci - conclude Pierotti - , ero stato invitato; ma per impegni precedenti non posso partecipare. Lo vedrò in sala quando arriverà in Toscana, e non nascondo di essere parecchio curioso». —
 

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