Prato, tegola “cinese” sul sottopasso del Soccorso: progetto a rischio
Il Consiglio di Stato dà ragione alla Chiesa evangelica che vuole allargarsi: la fascia di rispetto lungo il tracciato non è più di 40 metri ma solo di 20
PRATO. Cade una tegola sull’annoso progetto del sottopasso del Soccorso. Una sentenza del Consiglio di Stato ha confermato una precedente decisione del Tar che dà ragione alla Chiesa evangelica cinese contro l’Anas. Oggetto del contendere è la classificazione delle strade adiacenti al nuovo tracciato di viale Leonardo da Vinci (la Declassata) nel tratto che sarà interessato dai lavori per la realizzazione del sottopasso. In sostanza la Chiesa evangelica cinese chiedeva di potersi allargare in futuro, mentre Anas sostiene che dovrà rispettare una fascia di rispetto di 30 o 40 metri. Stando alla decisione del Consiglio di Stato, invece, la fascia di rispetto sarà di soli 20 metri. Questo perché le strade adiacenti alla Declassata sono ancora classificate come “centro abitato”. Se dunque la Chiesa evangelica cinese manterrà l’intenzione di allargarsi, le nuove costruzioni potrebbero andare a sovrapporsi al progetto del sottopasso, creando non pochi problemi.
In questa vicenda il Comune ha assunto una posizione neutrale. «Si è costituito in giudizio – scrivono i giudici del Consiglio di Stato – depositando dapprima una mera memoria di costituzione formale e poi un’ulteriore memoria con la quale ha fatto presente la propria neutralità rispetto all’esito del processo». I giudici ricordano anche che nel 2015 su quella zona ci sono stati due pronunciamenti del Comune apparentemente contrastanti. Il 23 giugno la Chiesa evangelica è stata inserita nel “centro abitato”, mentre a settembre, nel protocollo firmato con ministero, Anas e Regione, si prende atto che la Declassata è diventata statale senza adeguare la perimetrazione del centro abitato.
«Il progetto del raddoppio del Soccorso è nato male, portato avanti peggio e sostenuto oltretutto da presupposti amministrativi fragili, che oggi la giustizia amministrativa ha tranciato di netto – commenta il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Cosimo Zecchi – Come Fratelli d’Italia Prato abbiamo sempre avuto una posizione critica su questo folle e dispendioso progetto. Era chiaro fin dall’inizio che la riclassificazione del viale a strada statale fosse un trucco maldestro, cucito insieme all’allora Governo Renzi, per scaricare su Anas il costo di un’opera faraonica che il Comune non sarebbe mai stato in grado di sostenere. Opera che non è mai riuscita a vedere la luce, nonostante mille proclami del Pd e dei suoi sindaci. Oggi il pronunciamento del Consiglio di Stato smonta uno dei cardini di quell’operazione opaca e rafforza la nostra richiesta di fare chiarezza». «È gravissimo ciò che è accaduto – insiste Zecchi – Il Comune il 23 giugno 2015 ha incluso l’immobile della chiesa evangelica nel centro abitato e, dopo appena tre mesi, ha passato tutto ad Anas per sviluppare il progetto del sottopasso che di fatto andava in contrasto con quella scelta quasi contestuale. Quando i privati hanno fatto ricorso, Anas ha chiesto chiarimenti proprio al Comune, che se n’è lavato le mani. È una gestione irresponsabile, che ha causato ritardi e problemi a tutti, e che mette in discussione l’affidabilità dell’amministrazione su questioni così delicate che riguardano l’interesse strategico della città. Proprio su un progetto come questo si vanno a commettere simili errori? ».