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Prato, la vittoria degli studenti del Buzzi: la Provincia rifarà il tetto della scuola


	Gli studenti dell'Istituto Buzzi in piazza del Comune
Gli studenti dell'Istituto Buzzi in piazza del Comune

Il presidente Calamai ha promesso un investimento di 3,5 milioni nei prossimi mesi

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PRATO. La Provincia mette mano al portafoglio e promette di rifare una parte del tetto dell’Istituto tecnico Buzzi spendendo 3,5 milioni di euro di risorse proprie. È il risultato della mobilitazione degli studenti, che stamattina, 28 novembre, sono scesi in piazza e hanno incontrato il presidente Simone Calamai dopo che nei giorni scorsi avevano denunciato gravi infiltrazioni di acqua soprattutto nella zona dei laboratori. Dunque la protesta, almeno sulla carta, ha ottenuto un risultato rapido e concreto.

Nei giorni scorsi il presidente Calamai aveva fatto un sopralluogo nella scuola simbolo che ha formato generazioni di periti tessili e aveva promesso interventi urgenti nei punti più compromessi della copertura. Il rifacimento del tetto per 3,5 milioni invece è un progetto più corposo, che però, ha ricordato Calamai, non potrà essere finanziato da contributi esterni e dunque la Provincia è pronta a indebitarsi mettendo la posta nel bilancio del 2025.

«Con gli studenti abbiamo concordato di proseguire un confronto diretto e costruttivo – dice Calamai – affinché possano essere informati correttamente e senza strumentalizzazioni. Ribadiamo che siamo dalla loro parte e che la nostra priorità è migliorare le condizioni dell’Istituto Buzzi, un’eccellenza del sistema scolastico pratese». In mattinata, come detto, gli studenti erano scesi in piazza. E la protesta ha trovato il sostegno dei Giovani democratici, una decisione non scontata visto che sul banco degli imputati, competente per la manutenzione, c’è la Provincia che è retta da un esponente del Partito democratico come Simone Calamai. «Le condizioni strutturali delle scuole pratesi riflettono anni di mancati investimenti nazionali – si legge nella nota dei Giovani dem – Edifici obsoleti, infiltrazioni d'acqua, riscaldamenti inadeguati e spazi non idonei alla didattica sono il segno di un sistema che deve tornare al centro dell'agenda politica». 

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