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Prato, i presidi chiedono più controlli dopo la rissa al polo scolastico

di Paolo Nencioni
Un momento della rissa davanti al Dagomari. Il ragazzo di spalle impugna un oggetto appuntito, forse un coltello
Un momento della rissa davanti al Dagomari. Il ragazzo di spalle impugna un oggetto appuntito, forse un coltello

Lettera congiunta di Dagomari, Datini e Gramsci-Keynes

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PRATO. Dopo la maxi-rissa di venerdì a cui hanno partecipato decine di ragazzi davanti all’ingresso dell’Istituto Dagomari, in via di Reggiana, i presidi dei tre istituti che gravitano sul polo scolastico (lo stesso Dagomari, il Datini e il Gramsci-Keynes) sono combattuti tra la voglia di non enfatizzare quanto accaduto ma allo stesso tempo di non prendere la cosa sotto gamba. Per questo fin da venerdì pomeriggio, subito dopo il fattaccio, si sono consultati e domani invieranno una comunicazione congiunta alla prefettura per chiedere maggiori controlli delle forze dell’ordine intorno alle scuole, soprattutto negli orari di entrata e di uscita, quelli più a rischio.

Cristiana Cecconi, vice preside dell’Istituto Dagomari, è stata tra i primi ad arrivare sul posto, avvertita dai docenti della scuola che uscendo dal cancello si erano trovati davanti la scena di violenza. È stata lei a chiamare il 112 e poi il 118 quando ci si è resi conto che almeno uno dei partecipanti alla rissa era rimasto ferito, per fortuna in maniera non grave. Si tratterebbe di un marocchino di 17 anni che risulta residente in Emilia Romagna e non sarebbe iscritto a nessuna delle tre scuole del polo di via di Reggiana. L’hanno trovato in via delle Gardenie. Il condizionale è d’obbligo perché dalla Questura non è arrivata alcuna notizia ufficiale su quanto accaduto davanti alla scuola. Si sa che sono intervenute un paio di volanti e che sta indagando la squadra mobile. Due o tre giovani sarebbero stati portati in Questura, ma non è dato di sapere se qualcuno sia stato denunciato e soprattutto il motivo alla base del regolamento di conti. Perché di questo potrebbe essersi trattato. L’impressione, in attesa di conferma, è che un gruppo di ragazzi abbia aspettato i membri di un altro gruppo all’uscita da scuola per sistemare una questione in sospeso. E magari si sono dati appuntamento sui social networks.

Quale sia la questione lo sanno solo i diretti interessati. Potrebbe trattarsi anche di un motivo molto futile.

Quello che ha preoccupato un po’ tutti, dopo aver visto un video pubblicato sul profilo Instagram di Welcome to Tuscany, è che a un certo punto è spuntato un coltello e il giovane che lo impugnava sembrava deciso a colpire con forza. Forse solo per caso non c’è stata una tragedia.

Francesca Zannoni, preside dell’Istituto Datini, non sa dire se tra quelli che hanno partecipato alla rissa ci fossero anche studenti iscritti alla sua scuola. Non è escluso. I suoi però sono usciti alle 12 e la rissa c’è stata un’ora dopo. «Qualche anno fa – racconta la preside – quando ho preso la direzione della scuola ricordo che ci fu qualche problema di furti e scazzottate tra ragazzi. In quel caso ci rivolgemmo alla prefettura e la risposta fu molto rapida. Pattuglie della polizia, dei carabinieri e della municipale, a rotazione, assicurarono la presenza negli orari critici».

Quel modello aveva funzionato e potrebbe essere replicato. Anche una sola volante della polizia o una pattuglia dei carabinieri ben in vista all’entrata o all’uscita dalle scuole potrebbe dissuadere i violenti. Ammesso che si sia di fronte a due gruppi contrapposti di studenti. Se invece la rissa di venerdì è figlia di dinamiche esterne alla scuola, cambierebbe solo il luogo della resa dei conti.

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