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Stanasel preso in giro per lo slogan “Son di Prato”: lui ci scherza su


	Claudiu Stanasel sullo sfondo del suo manifesto: "Son di Prato"
Claudiu Stanasel sullo sfondo del suo manifesto: "Son di Prato"

Una canzoncina anonima irride il candidato leghista: «Spacca bottilia e posa i’ baco». Lui: «Se l’avessimo fatto noi ora tutta Italia ci accuserebbe di razzismo»

30 aprile 2024
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PRATO. Quei manifesti 3x6 con la faccia di Claudiu Stanasel accanto allo slogan “Son di Prato” evidentemente sono stati una tentazione troppo forte per qualcuno. E allora sulla campagna elettorale del consigliere leghista di origini rumene è nata una canzoncina di autore anonimo che è circolata sulle chat dei simpatizzanti di sinistra e infine è arrivata alle orecchie del diretto interessato. Che a dire il vero l’ha presa molto sportivamente. «Lo scherzo, la presa in giro, anche pesante, possono starci – dice Stanasel – Visto che non si sfocia nella violenza fisica e non si impedisce agli altri di parlare, non capisco perché dovrei arrabbiarmi. Certo è che se una canzone come questa, a proposito di un candidato di origini straniere, circolasse nei gruppi Whatsapp della Lega, tutta Italia oggi sarebbe a leggere di razzismo e qualche solone del politicamente corretto si ergerebbe a risoluto censore».

Sì, perché il testo della canzoncina sulle note di un’orchestra di archi scivola un po’ nel politicamente scorretto, se non nel razzismo vero e proprio. «Claudiu Stanasel, dio, patria e bottilia (in stile Ibrahimovic per intendersi, ndr) – canta un tenore – Claudiu Stanasel, balcanico col cuore itagliano, è un vero pratese, vuole esser rispettato, spacca bottilia e posa il baco. Cantuccini e vodka, ciao ciao Ceaușescu. Mortadella di Bucarest».

Ci scherza su anche il segretario della Lega pratese, capogruppo uscente al consiglio comunale, Daniele Spada. A chi gli fa notare che anche a destra ci sono persone che se la prendono spesso a male, Spada risponde con ironia: «Si vede che l'Italia è grande e non tutti sono pratesi come e quanto Claudiu. Essere di Prato è anche questo: andarci sul pesante con le prese in giro, riderci su e provenire da mezzo mondo».

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