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Morte di Luana D’Orazio: l’orditoio fu manomesso, ma nessuno sa chi è stato a farlo

di Paolo Nencioni
Morte di Luana D’Orazio: l’orditoio fu manomesso, ma nessuno sa chi è stato a farlo

Prato, è entrato nel vivo il processo a carico del manutentore Mario Cusimano

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PRATO. Che l’orditoio costato la vita a Luana D’Orazio, il 3 maggio 2021 all’Orditura Luana di Montemurlo fosse stato manomesso per togliere le protezioni nessuno lo mette in dubbio, ma per sapere chi materialmente tolse le sicurezze la strada è ancora lunga e tortuosa. La Procura è convinta che sia stato il manutentore Mario Cusimano, che invece si è sempre proclamato innocente. Potrebbe non essere stato lui.

Ieri è entrato nel vivo il processo a carico di Cusimano, difeso da Melissa Stefanacci e accusato di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautela anti-infortunistiche. Sono stati sentiti due tecnici del Dipartimento di prevenzione dell’Asl e l’ingegner Gini che ha fatto la perizia sul macchinario.

Stefano Busia dell’Asl ha raccontato di essersi accorto subito che c’era qualcosa che non andava. «Quegli incidenti eravamo abituati a vederli negli anni Novanta – ha detto – quando non c’erano ancora tutte le protezioni che ci dovrebbero essere oggi».

Il tecnico dell’Asl ha spiegato che nel manuale del macchinario furono trovati due fogli sciolti con le modifiche che consentivano di tenere su la saracinesca di protezione anche quando il subbio girava a pieno regime. Una modifica che non era stata fatta il giorno prima, perché sulla saracinesca c’erano le ragnatele e la catena era piegata come se non fosse stata srotolata da tempo. Quando chiesero al caporeparto di tirare giù la saracinesca, lui non sapeva nemmno come si faceva.

Insomma, da questo punto di vista è tutto molto chiaro, ma chi è stato a fare le modifiche all’impianto. L’avvocato Stefanacci un’idea ce l’ha. Su uno di quei due fogli con le modifiche dell’impianto è scritto a penna anche un altro nome (un elettricista?) e finora non c’è nessuno che abbia visto Cusimano eseguire il lavoro. Lo stesso ingegner Gini ha detto che quella modifica avrebbe potuto farla anche uno che non fosse del mestiere. Molto dipenderà da che cosa verranno a dire i due titolari dell’orditura, Daniele Faggi e la moglie Luana Coppini, che hanno patteggiato rispettivamente una condanna a un anno e sei mesi e due anni e che sono stati citati come testimoni nel processo.
 

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