Pontedera, progetto fast food ai cimiteri: «Non c’è rispetto per i defunti»
Ricorso al Tar per chiedere l’annullamento delle autorizzazioni
PONTEDERA. Dopo un acceso dibattito in consiglio comunale, l’amministrazione comunale ha dato il via libera alla variante dei cimiteri che consentirà di realizzare a due passi dai cimiteri, quello comunale e quello gestito dalla Misericordia, e dal polo scolastico “Carlesi” un fast food e un mini centro commerciale. Per fermare il nuovo cantiere nei giorni scorsi è stato depositato al Tar, Tribunale amministrativo della Regione Toscana, un ricordo contro il Comune di Pontedera e contro l’azienda Incom Srl di Roma proprietaria dei terreni, per ottenere l’annullamento della delibera del consiglio comunale numero 66 del 28 novembre 2024, con cui sono state approvate le modifiche al Piano attuativo del comparto interessato dal nuovo insediamento (che fa seguito alla delibera del consiglio comunale 37 del 17 aprile 2007.
I cittadini contestano la decisione del Comune di consentire la realizzazione di alcuni fabbricati destinati al commercio ed alla ristorazione, più precisamente all’insediamento di un centro commerciale e di un fast food di una nota catena americana, a ridosso dei due cimiteri della città. «I fatti che hanno portato alla delibera in oggetto traggono origine da un piano di lottizzazione ad iniziativa privata presentato nel 2007 dalla società Giusti Srl, poi fallita, ed approvato dal Comune nel medesimo anno» si legge nel ricorso.
I fatti
Con delibera di consiglio 37 del 17 aprile 2007 il Comune di Pontedera riduceva la fascia di rispetto del vincolo dei due cimiteri del capoluogo, quello comunale e quello dell’Arciconfraternita della Misericordia, da 200 metri a 100 metri per consentire la possibilità di espansione dell’intero complesso cimiteriale senza ulteriore consumo del territorio che altrimenti verrebbe sottratto ad una più vasta area a vocazione agricola. Nella medesima seduta il consiglio comunale deliberava l’adozione di un Piano attuativo “denominato di tipo misto F1a-F2 facente parte dell’Utoe Pontedera ovest”, poi approvato nel luglio dello stesso anno.
Nel corso del tempo buona parte delle previsioni del piano attuativo del comparto sono state realizzate. I terreni in origine gravati dalla fascia di rispetto del vincolo cimiteriale, diventati utilizzabili a seguito della riduzione, all’epoca della presentazione del piano, erano destinati alla costruzione di un complesso asservito al cimitero (negozio fiori o affini) e successivamente alla realizzazione del nuovo tribunale, ipotesi abbandonata in conseguenza della soppressione della sede distaccata di Pontedera. Quando l’impresa Giusti è fallita i terreni, liberati dal vincolo della fascia di rispetto, rimasti inedificati, sono stati acquistati dalla società Incom Srl. Su di essi oggi insiste la variante al piano (come abbiamo detto) adottata dal Comune il 17 aprile 2024, approvata il 28 novembre 2024 e pubblicata sul Burt, ora impugnata al Tar.
Motivi
I ricorrenti spiegano di voler tutelare un interesse personale: avendo ciascuno di loro, uno o più congiunti tumulati nei cimiteri in questione. Ritengono infatti che l’intervento realizzabile in quella che in origine era la fascia di rispetto cimiteriale violi il principio costituzionale della pietas dei defunti, inteso quale diritto soggettivo ad esercitare il culto dei propri morti in un ambiente idoneo e decoroso.
La fascia di rispetto cimiteriale di cui all’articolo 338 del Regio Decreto 1265/1934, «che impone un vincolo di inedificabilità ex lege assoluto, presiede molteplici interessi pubblici tra i quali la tutela della sacralità che connota i luoghi destinati all’inumazione ed alla sepoltura e che la legge fissa in 200 metri. La distanza indicata dalla legge deve far presumere che una edificazione posta a distanza inferiore sia di per sè lesiva del diritto al sepolcro ed alla tutela del pietas dei defunti, a maggior ragione in una ipotesi come quelle in esame, in cui l’area è destinata alla realizzazione di un fast food e di un centro commerciale di media vendita» si legge ancora nel ricorso al Tar.
I ricorrenti dunque ritengono che la realizzazione di un esercizio di ristorazione ad ampio bacino di utenza, «a cui si accede con autovetture a tutte le ore del giorno e della notte, posto ad una distanza così risibile dai cimiteri, sia lesiva del loro diritto a recarsi in un luogo di culto dignitoso e adeguato. E che la scelta del Comune sia scellerata, guidata da meri interessi commerciali, senza alcuna ponderazione degli interessi emergenti e dei diritti di cui costoro sono titolari». Un caso analogo è capitato in passato nel Comune di Borgo San Lorenzo che, dopo le osservazioni di Italia Nostra, ha annullato in autotutela precedenti decisioni. Pontedera ha affidato l’incarico a un legale per costituirsi in giudizio.