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Dopo la sconfitta, il Pd di Capannoli chiede ancora l’espulsione dell’assessora regionale Alessandra Nardini

di Mario Neri
Dopo la sconfitta, il Pd di Capannoli chiede ancora l’espulsione dell’assessora regionale Alessandra Nardini

Fra le accuse anche l’aver partecipato all’inaugurazione di una Festa dem dove, fra vari sindaci appartenenti al partito, c’era anche la capannolese Cecchini, rieletta con una lista civica rivale

01 luglio 2024
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CAPANNOLI Capannoli gate reload. Ci risiamo, il Pd del comune pisano torna all’attacco di Alessandra Nardini e ne chiede di nuovo l’espulsione. La sua, quella della sindaca “eretica” Arianna Cecchini, e di altre venti persone fra cui i genitori stessi dell’assessora regionale dem. Tutti già fatti fuori dalla chat. Nardini sarebbe colpevole, come gli altri, di aver sostenuto la campagna della rieletta Cecchini, che ha conquistato il terzo mandato non sotto le insegne del Pd ma con una lista civica «antagonista» a quella della candidata ufficiale Barbara Cionini. Insomma, le motivazioni sono le stesse di quasi due mesi fa.

I segretari dem Alessandro Bacherotti, Alessio Maggini e Simona Salvadori lo scrivono in una lettera inviata il 30 giugno ai garanti del Pd provinciale e per conoscenza al segretario Oreste Sabatino invocando l’applicazione dell’articolo 4 dello Statuto, cioè l’espulsione.

Due commi farebbero da leva per la cacciata di Cecchini e Nardini. Il 10 prevede l’espulsione per chiunque si sia candidato in liste «non autorizzate dal Pd», poi i dem capannolesi chiedono «altresì che venga preso un ulteriore provvedimento a carico di tutti gli iscritti che direttamente o indirettamente hanno sostenuto e tuttora sostengono tale lista civica in contrapposizione a quella del Partito Democratico, ai sensi e per gli effetti dell’Art. 4 – Comma 6 – Lettera c) dello Statuto Nazionale del Partito Democratico che impone di “sostenere lealmente i suoi candidati alle cariche istituzionali ai vari livelli” in quanto ledono la nostra comunità e il partito stesso. Un mese e mezzo fa era l’editto capannolese era arrivato a un mese dal voto e poi uno contro la sindaca uscente perfino alla vigilia delle urne. E il risultato non fu felicissimo per i dem.

L’assessora era finita nel mirino soprattutto per il non sostegno a Cionini. In realtà in questo piccolo Capannoli gate sembra esserci un po’ di tutto: veleni di un piccolo paese di provincia, con Nardini e un gruppo di altri dem che avrebbero voluto le primarie per la scelta della candidata, ma pure, in filigrana, la “guerra” fra lei e Antonio Mazzeo, uno dei maggiori sponsor di Cionini. I due, in fondo, non si amano. E da tempo. Lei da sempre orlandiana e con il cuore alla sinistra del partito, lui l’ex renziano e vero leader dell’ala riformista pisana che negli ultimi ha dettato la linea anche sotto la Torre.

Stavolta fra le “prove” addotte dai dem capannolesi ci sarebbe pure il taglio del nastro gianino di Nardini alla festa dell’Unità di Cascina il 19 giugno. Sì, avete capito bene, partecipando all’inaugurazione della festa dem del comune del pisano insieme ad altri sindaci eletti del Pd, fra cui il cascinese Michelangelo Betti, Matteo Cecchelli di San Giuliano Terme, Linda Vanni di Montopoli Val d’Arno, David Bacci di Crespina e Lorenzana, l’assessora avrebbe tradito il Pd. Motivo? Nella photo opportunity in cui Nardini taglia il nastro c’era anche Cecchini. Tanto che i segretari di circolo capannolesi, Maggini e Salvadori, sfogano la loro indignazione in chat con tanto di maiuscole: «Riferendomi – è l’incipit del messaggio firmato dai due segretari – alle tre foto che ho inserito, in particolare a quella relativa alla inaugurazione della Festa dell' Unità di Cascina, dove insieme all'Assessora Regionale, oltre ai vari Sindaci eletti e sostenuti dal PD compare anche la Sindaca di Capannoli Arianna Cecchini, eletta in una lista ANTAGONISTA a quella ufficiale e sostenuta dal PD,  mi chiedo come è potuto succedere tutto questo a Capannoli. E lo chiedo alle alte sfere del PD, che ad oggi ancora ci ignorano, in spregio alle regole statutarie». E ancora: «Siamo molto dispiaciuti per ciò che è stato e ciò che sta avvenendo. Tengo a precisare che non abbiamo ricevuto nessun supporto alla lista di coalizione PD-PSI-SI da parte dell'Assessora Regionale ed è altrettanto imbarazzante vedere come quest'ultima continui la sua campagna personale a favore della Sindaca EX PD, incurante delle decisioni prese democraticamente dal nostro partito. Questo ci fa riflettere e ci obbliga a continuare a lavorare in modo onesto e corretto, ma anche ad evidenziare questi incresciosi avvenimenti. L'unità del partito è necessaria, per questo chiedo a tutti voi di rispettare e sostenere le decisioni da noi prese».

Ieri la nuova richiesta di espulsione. E tutti fuori dalla chat. Formalmente «sospesi».

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