Il Tirreno

Pontedera

Storie imprenditoriali

Pontedera, ultima cena alla Pescaccia: chiude dopo 40 anni. «Ma è stato un bel viaggio»


	Il ristorante La Pescaccia e la proprietaria Fiorella
Il ristorante La Pescaccia e la proprietaria Fiorella

La proprietaria Fiorella Bassoni: «Esordio duro negli anni '80, poi per caso ho scoperto che amavo più stare tra i fornelli che in sala». Il servizio di Capodanno sarà l'ultimo

3 MINUTI DI LETTURA





Pontedera Un occhio alla fiamma, la mano che stringe l’impugnatura della padella e quel rassicurante e adrenalinico sottofondo di voci e risate dei clienti seduti ai tavoli a smorzare il lavoro frenetico della cucina. L’ultimo atto di uno spettacolo che va in scena da 40 anni.

«Ci penso ogni giorno e credo sia normale che mi assalga un po’ di tristezza. Ma è giusto così. È arrivato il momento di uscire di scena».

Si chiude il sipario

Il cenone di domani insieme al 2023 chiuderà anche l’epoca della Pescaccia. Lo storico ristorante di Pontedera ai piedi del Ponte Napoleonico dopo la festa di Capodanno – ci sono ancora pochissimi posti liberi, per informazioni e prenotazioni telefonare al 348 7222267 – abbasserà la saracinesca per sempre. E ad annunciarlo è Fiorella Bassoni, mamma e anima della Pescaccia. «Ora voglio riposarmi – dice –, spero solo che il ristorante continui a vivere con un’altra proprietà. Questo angolo della città fa mangiare la gente da quasi 200 anni».

All’origine del mito

Via delle Colline per Legoli 4. A due passi dal corso Matteotti. Qui oltre 150 anni fa veniva venduta cacciagione, da cucinare e già cucinata. In molti si fermavano per un pasto veloce accompagnato da un bicchiere di vino. Poi, all’inizio degli anni Ottanta, prende vita il mito di Fiorella. Che, come spesso accade nelle storie di successo, si materializza quasi per caso. «Un mio amico cuoco che aveva un ristorante con il fratello a Pisa – racconta Fiorella – mi disse che voleva mettersi in proprio e individuò questo fondo in via delle Colline a Pontedera. Il locale era in condizioni critiche, ricordo che i primi tempi facemmo un lavoro incredibile per rimetterlo in piedi». A un paio d’anni dall’apertura l’amico se ne va e Fiorella rimane sola. “Il Cacciatore” adesso è tutto suo. Prova diversi cuochi, a lei piace stare in sala, fino a quando, nell’inverno del 1983, arriva l’episodio della svolta. «Il cuoco dell’epoca era in difficoltà e non riusciva a stare dietro agli ordini, quindi io dalla sala rientravo in cucina per dargli una mano. Lui mi guardò – racconta Fiorella Bassoni – e disse: “Sei più brava di me, te devi stare in cucina. E da quel giorno non mi sono più allontanata dai fornelli”».

Intuizione vincente

Fiorella capisce subito che come cuoca ci sa fare sul serio. È veloce, precisa e sfodera colpi di fantasia che la rendono unica.

Come il rombo con i funghi porcini, piatto con cui nel 1983 vince il primo premio di un concorso gastronomico a livello nazionale. Quindi, all’inizio degli anni Duemila – quasi in concomitanza con il cambio del nome del ristorante, che diventa La Pescaccia – l’intuizione vincente. «Il Fritto e Vai, una finestrella aperta su un lato del locale – spiega Fiorella – dalla quale vendiamo il fritto da asporto». L’idea funziona alla grande e ancora oggi capita di vedere la fila sul marciapiede di persone in attesa del fritto di Fiorella.

La decisione

Fiorella è una forza della natura. Ma anche i super eroi hanno bisogno di staccare la spina. «Mi sono divertita – dice –, ho fatto tanti sacrifici per far crescere l’attività. Ora è il momento di smettere. Chi è interessato a rilevare il ristorante si faccia avanti, sono pronta ad affiancare inizialmente eventuali nuovi proprietari. La mia corsa ai fornelli finisce qui. Porto con me un bagaglio di 40 anni di soddisfazioni e ricordi».


 

Primo piano
Il fenomeno

Luci nei cieli della Toscana: sono i satelliti di Elon Musk, a cosa servono e come funzionano

Sportello legale