Il dottor Rivieri va in pensione. Il saluto del medico della Valdicecina: «Qui ho fatto anche il veterinario»
«Quando ho iniziato la professione Allora – ricorda – la mia borsa era colma di ago e filo per le prime emergenze e di medicinali da somministrare all’impronta; oggi è zeppa di scartoffie. Se la professione si sia evoluta o no, non sono in grado di affermarlo»
POMARANCE. Lasciò le assolate spiagge per il fresco dei boschi. Preferì alle rumorose appendici della Versilia le più tranquille propaggini della Foresta di Berignone. E agli ampi viali a mare, i viottoli scoscesi. Il dottor Pietro Rivieri da Massa si diresse a Pomarance, ma dopo la laurea, negli anni Settanta dello scorso secolo, non percorse subito la Sarzanese Valdera che lo avrebbe portato dritto - si fa per dire - come un fuso in Alta Valdicecina ma pensò alle specializzazioni. Prima a Parma e poi a Siena: ginecologia. Infine, capì che la sua missione si sarebbe manifestata meglio come medico di base: e la sua “base” diventò l’ambulatorio di Pomarance che comprendeva, e comprende, anche le frazioni e Castelnuovo Valdicecina. Era il 1° aprile 1983.
Ora, Pietro Rivieri, tocca il traguardo della pensione: sarà martedì 29 novembre il suo ultimo giorno da medico. Festeggerà i 70 anni all’anagrafe il 12 dicembre.
Com’è cambiata in questi 40 anni la professione di medico? «Accidenti se è cambiata. Allora – ricorda – la mia borsa era colma di ago e filo per le prime emergenze e di medicinali da somministrare all’impronta; oggi è zeppa di scartoffie. Se la professione si sia evoluta o no, non sono in grado di affermarlo».
Non solo pazienti umani, rammenta scherzandoci su, ma anche animali: «Non sono mancate chiamate urgenti a casa e una volta arrivato sul posto mi sentivo dire “Ugo sta male”. Solo che tale Ugo era un cane, non un uomo da curare o da ricucirne una ferita profonda. Quasi fossi un veterinario».
Il dottor Rivieri si è sempre mantenuto sulla soglia dei 1.500 pazienti, ma anche in questo caso fa dei distinguo molto interessanti. «Il numero, grosso modo, è quello ma negli anni si è accentuato il tasso di mortalità che ha abbassato la media insieme al basso tasso di natalità, compensato questo dalla crescita del dato grazie alla immigrazione in zona in arrivo dall’Est Europa». Così il numero dei medici in Alta Valdicecina è passato dai 7-8 degli esordi ai 5 attuali.
Il dottor Pietro Rivieri è anche il loro coordinatore, e l’Asl ha già provveduto a sostituirlo con il volterrano Michele Corsoni. Mentre l’incarico provvisorio della “condotta” nell’ambito territoriale di Castelnuovo Valdicecina-Pomarance è stato affidato alla dottoressa Giulia Trianni.
E lei che farà, una volta in pensione? Resta a Pomarance? «La residenza sarà sempre qui, ma mi sposterò un po’ di più. Qui ho dato tanto, ma ho ricevuto anche tanto». Talmente soddisfatto della sua professione lunga quattro decenni che quando i figli hanno scelto di frequentare la facoltà di Medicina non si è opposto. Così il figlio è medico a Rosignano e la figlia a Volterra .