L'intera giunta Turini (Santa Maria a Monte) sotto processo
Ex sindaco, assessori dell'epoca e segretario generale accusati di abuso d'ufficio per l'incarico a un dirigente in pensione
SANTA MARIA A MONTE. Nove sotto processo per abuso d’ufficio in concorso, tra ex amministratori, il segretario generale e un dirigente in pensione del Comune di Santa Maria Monte.
È il reato per il quale la Procura ha chiesto e ottenuto il giudizio nei confronti dell’ex sindaco David Turini, di sei ex assessori della sua giunta, del segretario generale e di un dirigente a riposo a cui l’amministrazione aveva concesso una consulenza sulla cui natura si è innescata prima una polemica politica e poi un procedimento penale sfociato nel dibattimento in aula.
La prima udienza in Tribunale, pubblico ministero Flavia Alemi, è slittata per un errore di notifica agli imputati difesi dagli avvocati, Stefano Del Corso, Carlo Di Bugno, Enrico Marzaduri, Max Giordano Marescalchi e Salvatore Salidu. Il processo è stato aggiornato a luglio con la costituzione delle parti.
Gli imputati. Sono stati rinviati a giudizio David Turini, 47 anni; l'ex dirigente capo Massimo Gennai, 65 anni, di Vicopisano; il segretario generale Norida Di Maio, 45 anni, residente a Livorno; l’allora vicesindaco Silvia Memmini, 28 anni e gli ex assessori Enrico Mazzinghi, 73 anni; Andrea Luschi, 48 anni; Cristina Falleri, 51 anni; Raffaello Corsi, 58 anni; Alessandra Biondi, 42 anni.
La contestazione. Al centro delle accuse di abuso d’ufficio c’è una delibera con la quale l’allora giunta Turini aveva affidato una consulenza esterna, con un contratto di collaborazione, per poco più di un anno e mezzo di durata, a un dirigente che, una volta andato in pensione, aveva continuato a seguire le vicende dell'amministrazione a livello urbanistico.
L’accusa. Su delega della Procura fu la Guardia di finanza a indagare anche sulla base dell’esposto della lista civica "Programma di Libertà" presentato a Corte dei conti e Procura della Repubblica di Pisa. Era l'aprile del 2012. Nel mirino dell’opposizione finì l’incarico biennale di collaborazione al dirigente capo, geometra Massimo Gennai, già in pensione dall'ente dal primo gennaio del 2012, con una spesa a carico del Comune di 7.500 euro all'anno per il 2012 e il 2013. Una delibera di giunta e una determina dirigenziale furono gli atti adottati per legittimare la consulenza. Secondo la minoranza esisteva per legge un «divieto di conferire ad ex dipendenti cessati volontariamente dal servizio, per conseguire il pensionamento di anzianità, incarichi da parte dell'amministrazione di provenienza o di amministrazioni con le quali il dipendente ha avuto rapporti d'impiego nei cinque anni precedenti».
La difesa. L’ex sindaco Turini, nell’aprile 2013, quando a tutte e nove gli indagati fu consegnato l’avviso di chiusura delle indagini, spiegò le ragioni dell’incarico professionale al dirigente pensionato.
«È una persona che professionalmente stava seguendo tutte le questioni più importanti del nostro Comune – disse al Tirreno –. Ci si è posto il problema del passaggio delle consegne, come tramandare le conoscenze e le esperienze maturate. Abbiamo subito messo le mani alla riorganizzazione delle strutture, delle posizioni organizzative. Ma chiedemmo alla segretaria generale di verificare se ci fosse stato un modo per permettere a Gennai di seguire il passaggio di consegne. Eravamo nel pieno della redazione del piano regolatore, del piano strutturale, questioni che giravano proprio intorno alla figura del dirigente capo. La segretaria e la struttura tecnica ci proposero di riorganizzare il settore: Gennai non ha più firmato da quando è andato in pensione, ma è stato inserito in uno staff dirigenziale, con una collaborazione di consulenza che costa al comune di Santa Maria a Monte cinquemila euro l'anno oltre ai rimborsi spese».