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Espianto a cuore fermo all’ospedale di Pistoia. Il figlio del 66enne: «Un atto d’amore». Che cos’è la desistenza terapeutica


	L'equipe dell'ospedale di Pistoia al lavoro
L'equipe dell'ospedale di Pistoia al lavoro

I familiari sono stati accompagnati e sostenuti nella delicata decisione di non proseguire più qualsiasi trattamento intensivo. Parlano i dottori

09 luglio 2024
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PISTOIA. «È stato un atto d’amore quello di decidere per la desistenza terapeutica e mio padre aveva espresso questa volontà. Quando i sanitari ci hanno comunicato che non c’era più speranza e la prospettiva sarebbe stata quella di tenere in vita il babbo con terapie inutili, visti i danni cerebrali irreversibili, abbiamo preso insieme alla mamma e a mia sorella la decisione. Certo è stato difficile, ma abbiamo compiuto quell’atto d’amore rispettando nostro padre e per dare speranza alle persone in attesa di trapianto. Il dottor Eufrasio Giradi, ci ha comunicato che le donazioni sono andate a buon fine». Queste le parole del figlio di un donatore di 66 anni pistoiese deceduto nella struttura operativa di Anestesia e Rianimazione, diretta dal dottor Giuliano Michelagnoli dopo arresto cardiaco a seguito del quale è stata attivata la procedura di espianto “a cuore fermo”: era la seconda volta per l’ospedale di Pistoia (il primo era stato effettuato nel marzo scorso).

I familiari, si legge nella nota dell’Asl, sono stati accompagnati e sostenuti nella delicata decisione di non proseguire più qualsiasi trattamento intensivo (desistenza terapeutica) oltre che dall’equipe del dottor Michelagnoli anche dal Coordinatore locale donazioni e trapianti, il dottor Eufrasio Girardi; è stato quest’ultimo che ha poi coordinato il complesso intervento che ha coinvolto numerose strutture ed équipe del San Jacopo (dal laboratorio analisi alla radiologia) oltre all’Ecmo Team dell’Aou di Careggi. Il donatore è stato trasferito dalla terapia intensiva nel blocco operatorio, dove, dopo l’arresto cardiaco, è iniziata la circolazione extracorporea, che sostituendosi alla funzione cardio-respiratoria ha permesso di ripristinare la perfusione e vitalità degli organi. L’Ecmo ha così permesso di ri-ossigenare il fegato e i reni che sono stati poi prelevati dall’équipe chirurgica del Centro trapianti.

L’intera procedura è stata seguita dalla direzione sanitaria di presidio. «Il prelievo di organi a cuore fermo – ha dichiarato la dottoressa Lucilla Di Renzo - a differenza di quello per morte encefalica è più complesso: deve essere rapido e la circolazione extracorporea richiede competenze specifiche che i medici e gli infermieri del San Jacopo hanno sviluppato nell’interesse di dare ulteriori prospettive per una migliore qualità della vita ai tanti pazienti in lista d’attesa per un trapianto».

«Ci stiamo infatti adoperando il più possibile per migliorare ulteriormente questo percorso che ha una grande rilevanza sociale ed etica. Il personale infermieristico della rianimazione (infermiera coordinatrice Nadia Cunti) e del blocco operatorio, di cui è responsabile la dottoressa Alessandra Panchetti e infermiera coordinatrice Tania Fioravanti, hanno dimostrato una grandissima sensibilità professionale: la scelta della desistenza terapeutica e della donazione, infatti, richiedono un’assunzione di responsabilità e unità di intenti profonde tra tutti gli attori del percorso: una continuità che va dalla famiglia del donatore a tutto il personale sanitario. Sono molto soddisfatto perché in questo anno sia la Rianimazione che il Blocco Operatorio, medici ed infermieri, hanno avuto una grande crescita culturale, umana e professionale nell’affrontare una procedura che oltre a richiedere complesse competenze clinico-organizzative esige anche motivazione e sensibilità. Stiamo anche assistendo, come non mai, ad una grande generosità da parte della comunità pistoiese preparata ed informata anche nell’affrontare i temi che attengono alla volontà donativa. A breve apriremo al San Jacopo, insieme alle Equipe di psicologia ospedaliera e di cure palliative, un ambulatorio dedicato alla Dat- Disposizioni Anticipate di Trattamento, perché sia io che i miei collaboratori crediamo molto nell’informazione e nella formazione bio-etica estesa alla cittadinanza», aggiunge Michelagnoli.

L’altruismo dei pistoiesi viene confermato dal dottor Girardi con i dati del primo semestre di quest’anno: gli accertamenti per morte encefalica sono stati 13 (contro i 6 dello stesso periodo del 2023)  ed hanno consentito il prelievo di 6 fegati e 10 reni; 5 prelievi multi-tessuto (cute e ossa) che nel primo semestre del 2023 erano stati 3 e 38 prelievi di cornee. «Ringrazio la famiglia del donatore – evidenziato Girardi - ma anche tutte quelle famiglie dei donatori che hanno permesso di dare speranza a tanti pazienti. Il nostro coordinamento proseguirà nell’opera di sensibilizzazione ed informazione alla cittadinanza al fine di promuovere sempre di più questi atti di solidarietà Il nostro sistema regionale, per quanto riguarda le donazioni e i trapianti, è una eccellenza e anche nella nostra azienda sanitaria i dati sono positivi grazie al personale, medico ed infermieristico, che opera in questo ambito».

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